Fregature estive

Mi viene un dubbio: il nuovo codice della strada dice che il tasso alcolemico deve essere pari a zero per i conducenti con meno di 21 anni; per chi ha la patente da non più di 3 anni; per i conducenti professionali o di autoveicoli con patente c, d o e, quindi è chiaro che il tassista deve assolutamente evitare di bere anche una misera birretta da 20 cc. E fin qui mi pare che la Legge sia assolutamente giusta, come è giusto che chi chiede una prestazione professionale come quella del trasporto pubblico sia certo che l’autista sia perfettamente “normale”.
Certo che è facile a questo punto fare ironia sul fatto che lo stesso diritto lo deve avere anche chi usufruisce delle prestazioni di un medico, avvocato, elettricista… e che lo stesso dovrebbe valere per chi (su mandato del popolo) legifera… ma lasciamo perdere.
Ma qui il dubbio è un altro: quando il “conducente professionale” può bere la misera birretta e poi mettersi in viaggio?
Cioè, esiste un caso in cui il tassista “fuori servizio” sia un conducente come tutti gli altri e possa rientrare nel famoso limite dei 0.50 g/l?
Insomma, per quello che ne so io la Legge Italiana non distingue tra taxi in servizio e taxi fuori servizio, da qui la valanga di ricorsi (vinti) dei tassisti contro le amministrazioni comunali che li avevano multati per guida nelle corsie preferenziali al di fuori degli orari di servizio.
Quindi se mi fermano durante una “libera uscita” e mi trovano un 0.10 g/l di alcol sono rovinato?