Professionisti e uomini d’affari non trovano più i tassì, una vera capitale europea non può avere così poche macchine pubbliche. Per Giuricin, docente di economia dei trasporti alla Bicocca, il sindaco Sala fa bene a voler rilasciare nuove licenze. Ma meglio aprire alla concorrenza linkiesta.it
Da oltre dieci anni il numero dei taxi di Milano resta bloccato. Nella città che aspira a diventare un modello per l’Italia e a concorrere con le altre metropoli europee la flotta delle auto bianche conta poco più di 4800 unità. Ma dal 2015 il Capoluogo lombardo cresciuto per ricchezza, attrattività e competitività è profondamente mutato. A oggi si contano oltre 7 milioni di visitatori ogni anno e potenziare un servizio pubblico come quello del trasporto non di linea è fondamentale (e strategico) per mantenere alta la reputazione.
È ciò che in questi mesi il sindaco Beppe Sala ha denunciato più e più volte. Dopo avere avanzato la proposta di rilasciare 500 nuove licenze che da agosto scorso però resta chiusa in un cassetto, visto lo stop della Regione Lombardia che ha fatto proprio il no delle associazioni di categoria e dei sindacati. Non è un caso perciò che soltanto quattro giorni fa il Consiglio regionale abbia approvato una risoluzione presentata da un consigliere della Lega con cui si stabilisce un nuovo tetto massimo di ore lavorative giornaliere per i tassisti: da dodici a sedici.
Un escamotage per evitare almeno per ora di dare seguito alla richiesta del Comune e ritardare intanto la decisione sull’autorizzazione. Nonostante la Regione abbia commissionato nel frattempo uno studio per verificare l’effettivo fabbisogno della città, i dati resi pubblici da palazzo Marino rendono bene l’idea di quanto il settore, blindato da tempo, sia in sofferenza e incapace di soddisfare la domanda.
Il problema principale riguarda l’alto numero di chiamate inevase ai radiotaxi in fasce orarie cruciali: quelle della mattina dalle otto alle dieci con il 15 per cento e quelle serali dalle diciannove alle ventuno, soprattutto, durante i giorni feriali, con il 27 per cento. Ma non finisce qui, perché nel fine settimana la percentuale di richieste insoddisfatte sfiora il 31 per cento durante la sera sia di sabato sia di domenica e il 41 per cento tra la mezzanotte e le cinque. Punto debole non è soltanto l’esiguo numero di auto bianche, ma anche la gestione stessa delle chiamate.
Accade anche in altre città italiane, a Roma per esempio, le centrali dei radiotaxi che rispondono alle prenotazioni degli utenti sono diverse, organizzate in cooperative. A Milano ce ne sono tre, difese ancora una volta dalle associazioni di categoria e dai sindacati. Solo l’anno scorso anche su questo punto Palazzo Marino si è battuta in favore di un numero unico comunale che di fatto resta ancora marginale. Cosi come in parte anche l’uso delle applicazioni, si veda per esempio MyTaxi, dopo che con una sentenza il Tar del Lazio ha annullato ad aprile scorso le sanzioni nei confronti dei radiotaxi, ritenuti cosi come organizzati lesivi della concorrenza.
Per questo, al fine di potenziare l’offerta e migliorare la qualità del servizio, il rilascio di nuove licenze come proposto da Sala resta una priorità non solo dentro Milano ma anche nell’intero bacino aereoportuale lombardo – comprese Varese e Bergamo –. Di queste 500 nuove licenze (almeno) una metà è destinata al vincolo orario l’altra al trasporto dei disabili.
Ma se l’aumento del numero delle licenze è solo una delle possibili soluzioni, su cui si dice d’accordo Andrea Giuricin, docente di economia dei trasporti all’Università Bicocca di Milano, di risposte per smantellare un settore fortemente corporativo come quello dei taxi che anche per il bacino di voti che rappresenta è sempre riuscito a ottenere l’avallo di una parte della politica ce ne sarebbero almeno due. Formule che accompagnerebbero questo mercato verso una maggiore concorrenza e trasparenza.
«Il settore non è così efficiente come ci si potrebbe aspettare», dice Giuricin che guarda proprio al Capoluogo lombardo. «È inaccettabile che un servizio pubblico non riesca a soddisfare la domanda, la mia proposta, che è stata avanzata anche da altri economisti in questi anni, è di raddoppiare il numero delle licenze a chi già ce le ha, venendo incontro ai tassisti e allo stesso tempo ampliando l’offerta». Una idea su cui come ricorda lo stesso docente si è molto discusso in questi anni ma che non ha mai trovato attuazione. E in effetti, riconosce Giuricin, prima con Bersani e poi con Monti è in questo senso che si è tentato di rispondere alle esigenze dei tassisti, accompagnando il settore fuori da logiche obsolete e di chiusura.
Se è vero che una maggiore concorrenza nel settore comporta – ed è ciò che più spaventa i tassisti – una perdita di valore delle licenze, Giuricin ci tiene a precisare che negli ultimi anni i Comuni hanno preferito concederle quasi sempre a titolo gratuito – tranne alcune eccezioni –. Ciò non ha impedito ai tassisti di continuare a rivendere le licenze sul «mercato secondario, magari guadagnandoci 150mila o persino 200mila euro». Un meccanismo questo che se sfruttato in modo legale può essere di aiuto per potenziare il numero delle auto bianche nelle grandi città, favorendo a poco a poco l’ingresso di più attori. «Ricordo di avere rilasciato su questo una intervista a Bloomberg già a fine 2011 quando ci furono proteste continue da parte dei tassisti».
Per il professore, tra una quindicina di anni l’Italia non potrà più sottrarsi alle liberalizzazioni. Nel caso dei taxi, la politica si è sempre dimostrata contraria ad aprire il mercato ai privati – pensiamo a Uber e ad altre società che nel nostro Paese non sono riuscite ad attecchire nella legalità come nelle altre metropoli europee. Davanti al progresso tecnologico per il tramite delle piattaforme digitali o al diffondersi delle auto a guida autonoma su cui le grandi aziende stanno investendo miliardi di euro e di dollari – l’Italia sarà presto costretta a intervenire. «Se in Italia si tende a dire non facciamo entrare questi nuovi operatori, nel resto del mondo la domanda che ci si pone è come facciamo a far convivere più di un operatore? È ovvio quando in un mercato ce n’è uno solo, quale unico e principale attore di quella fetta di mercato, esso tenda a dettare legge. Introdurre già due o tre operatori fa la differenza», precisa Giuricin propenso a una totale liberalizzazione del settore.
Per questo la richiesta di Sala «è il minimo che si possa fare, dal momento che la legislazione nazionale non può essere cambiata da Palazzo Marino. Il Sindaco può tentare almeno di raddoppiare il numero delle licenze, anche per esempio, dicendo che la tua licenza vale da oggi come fosse doppia, ne hai due al posto di una». «Che sia l’ente locale o il Comune, il regolatore deve sempre ricordarsi di fare il bene della comunità e non di una singola lobby. Ci si dimentica dell’interesse generale per difendere una singola categoria. È evidente anche con leggi finanziarie, ciascuno porta avanti una lotta per un piccolo settore», conclude Giuricin.
La sostanza è che manca sempre una visione coesa. Accade anche a Milano dove ciò che è meglio per molti, la città, viene affrancato per avallare ciò che è giusto per pochi. Un vizio culturale che nel nostro Paese riesce a trovare sempre nuova linfa in un attacco alla diligenza che non per nulla è tipicamente italiano.
Articolo tratto da: https://www.linkiesta.it/it/article/2019/12/04/milano-taxi-liberalizzazioni-licenze/44606/
E bravo il bulletto di periferia!!!!
Fenomeno…le liberalizzazioni hanno fallito in tutto il mondo..cambia disco…
scusate, ma se non ricordo male la legge nazionale delega alle regioni che delegano ai comuni l’organizzazione del servizio taxi.
cosa ha fatto e cosa sta facendo e cosa farà il comune per organizzare il servizio?
far sparire le colonnine e adottare un costosissimo quanto inutile numero unico?
emettere 10000 licenze e non avere un sistema di chiamata efficiente non serve a nulla.
e io, utente, (non cliente) me la prendo coi tassisti perché autonomamente, con i rtx, hanno sopperito alle mancanze dell’amministrazione?
io, utente, sono incazzato nero con l’amministrazione comunale.
che poi i rtx tengano in attesa gli utenti delle mezz’ore prima di passare una chiamata è un’altra storia ancora che fa incazzare i soci, gli utenti dei rtx, e gli utenti del servizio taxi, e pure i prof. della bicocca.
liberalizzare va benissimo… al rialzo in 30 secondi si trova un taxi che ti porta a 50 euro da centrale a duomo a qualsiasi ora del giorno e della notte. e la pensionata che esce dall’ospedale (tanto lei non è una businessman) spinge la carrozzina fino a casa perché non ha 50 euro.
le oo.ss. proprio non riescono a ricordare al comune che proprio a lui spetta questo onere?
Turnazione fatta male senza criterio e senza tener conto delle fascie orarie più importanti sono da rifare tutti al più presto
Il prof. è rimasto negli anni ’90 e ripete la sua lezione ormai obsoleta. Nelle tanto decantate capitali europee Londra ha messo fuorilegge u. , Si chieda perché. Tra tutti quelli che pontificano da una ca22o di cattedra perché non salgono con me sul taxi e fanno con me una giornata tipo. Magari per es. capiscono che da Duomo a Missori (100m) ci vogliono 9 minuti e 10 € grazie alla incompetenza e ignavia dell’amministrazione comunale
Come mai da mezzanotte alle 5 del mattino i mezzi pubblici non vanno? Troppo pericoloso, poco remunerativo, stipendi maggiorati ai dipendenti? Beh se ogn’uno facesse il suo già saremmo a buon punto, non si può scaricare tutta la mobilità di una città solo su una categoria che rischia e ci mette del proprio per sopperire alle carenze del ‘modello Milano’. Di giorno poi è evidente che la mobilità è scandalosa, corsie preferenziali invase da chiunque, cantieri in ogni strada, parcheggi selvaggi che rendono alcune aree congestionate (centrale, navigli, Brera ecc.). Le app. poi ogni rtx ce l’ha e forse sono anche quelle ad aver aumentato le corse inevase, visto che spesso nelle ore di punta i clienti chiamano i 3 operatori e poi prendono il primo che arriva… my t. poi non centra niente col numero di licenze e la concorrenza ma tanto a certe persona interessa solo distruggere un servizio pubblico regolamentato per far entrare servizi privati e speculativi che man mano anche le altre nazioni stanno espellendo.
Nel 2015 cioè appena 4 anni fa’ il sistema taxi Milanese sopportava e supportava senza criticità EXPO, ora guarda caso in maniera unilaterale si sostiene che esso è obsoleto e inadeguato quando da allora è cambiata solo l’amministrazione comunale che con assoluto immobilismo e scelte sbagliate mette in crisi tutta la viabilità cittadina
Solito disco rotto. Un mantra. Il libero mercato per fare arricchire i privati. Solo quello. Solo quello. Allora caro professorone come rispondi al fatto che da domani il tuo reddito diventa di un quarto e ad esempio la tua casa ( licenza ) non vale nulla? Facile con il culo degli altri vero!
Ma semplicemente aumentare le doppie guide monitorando la situazione gradualmente sino al punto di soddisfacimento della domanda è così difficile. Forse è talmente facile da capire che meglio buttare un po’ di fumo negli occhi dell’opinione pubblica e aizzarla contro una categoria di persone, lavoratori, cittadini per rendere più facile il lento lavoro dei liberalizzatori, quelli che in Italia sostengono società tipo Ubwr che paga di imposte la media del 2,6%. Libero mercato secondo il docente è questo? Che bello il libero mercato che bello il professore mercenario dalla pancia piena!
Sapessi come SAREBBE FACILE TROVARE UN TAXI….inutile girarci in giro….al momento CANTIERI A GO GO…TRAFFICO da PAURA…aspettiamo tutti con molta ansia la fine dei lavori…ma io credo che il problema che piu affligge i clienti è…IL SABATO SERA…..( visto che io faccio la notte da 16 anni e mi sento sempre la stessa pappardella dai clienti…MANCANO I TAXI)…La soluzione mi sembra ovviamente visto che MILANO È CONSIDERATA LA NOVITÀ EUROPEA….e se deve essere considerata tale….APRITE LA METRÒ per 24 ore come a PARIGI..BARCELLONA…ECC…A È VERO CI SONO DEI COSTI….e allora diventa tutto facile…MANCANO I TAXI!!!!
Vai ad Amsterdam e prendi un taxi , dove liberalizzato e dove ora cercano disperatamente di tornare a numero chiuso, e vedrai se non dovrai chiedere un prestito per pagare la corsa !!!
Hanno liberalizzato e le tariffe sono schizzate alle stelle !!!
Amsterdam , quasi …, ha i taxi più cari d’Europa!
solo a qualche posizione dalla Svizzera detentrice delle tariffe più care in assoluto !!!
https://www.google.it/search?q=tariffe+taxi+europa&client=safari&hl=it-it&prmd=nmiv&sxsrf=ACYBGNSek7drCf6NfaoAWtLLGHQtb3x6Rg:1575518574318&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwir8NWH0J3mAhXyN-wKHQAlCJsQ_AUoA3oECA0QAw&biw=414&bih=703#imgrc=FxNuhOrj-OBqlM
Questa “economia turbo” ha portato il nostro pianeta allo sfascio…Il cosiddetto uomo d’affari non può aspettare 10/15minuti un tassì! dov’è il dilemma?…Nella visione distorta che si è creata di questa realtà resa frenetica da un nulla cosmico quando si chiama un taxi dovrebbe materializzarsi davanti al cliente ancora prima che si abbia finito la chiamata…. un tassì a persona insomma!! Questo credo non sia il bene della collettività…
Mi chiedo quale sia il motivo che porta. questi geni, questi intelligentoni a non capire che Milano è diventata invivibile grazie a chi permette di essere così..10.000TAXI in più non servirebbero,non potrebbero accontentare coloro che ne ha bisogno..non hanno le ali. Nella grande Milano ci sono cantieri che mai finiscono…cantieri che portano alla chiusura del traffico…feste e festicciole continue ,a tutte le ore..x questo strade chiuse ..pedoni che non rispettano le regole passano tranquillamente. Con il sem rosso tanto il taxi può e deve fermarsi..le corsie preferenziali ora non sono più del servizio pubblico ma sono x i privati tanto nessuno controlla ,biciclette e monopattini sono proprietari di tutte le strade ,tanto nessuno controlla ..tutto questo fa sì che un percorso della durata di 15 min si trasforma in 40 con in danno anche x il cliente…. campioni di intelligenza guardate la realtà. X comodità ed egoismo vostro personale non danneggiate chi lavora duramente senza chiedere niente a nessuno la licenza c’è la siamo pagata con i nostri soldi con pesanti sacrifici rischiamo la pelle ogni giorno sia x incidenti che x la delinquenza che in questa città abbonda.non siamo tutelati in niente neppure nella malattia ..i sig che sono seduti sulle comode poltrone de comune non si degnano di riceverci x ascoltarci eppure nel loro stipendio ci sono anche i soldi del nostro lavoro.
ma se il problema è in alcuni momenti cosa c’entra aumentare le licenze? ..bisogna ragionare sui momenti critici. infatti nell’ordinario a milano hai sotto casa un taxi in tre minuti..quindi il sistema funziona perfettamente. è ovvio che se la richiesta si decuplica (pioggia, traffico eccessivo sotto natale, dalle 19 alle 21, ecc.) si possono creare dei momenti di attesa più lunghi (cmq sempre in un alveo ragionevole). pensare a liberalizzazioni selvagge o inserimenti di società americane è una politica miope che ha già fallito nel resto del mondo (a londra è stata ritirata la licenza a uber PER PROBLEMI DI SICUREZZA) e gli ultimi dati sulle violenze sessuali e gli omicidi a carico di autisti uber lo confermano.