Numeri choc nel rapporto sulla sicurezza della compagnia. Nove omicidi e 58 incidenti mortali in un anno corriere.it
Uber ha reso noto che negli Stati Uniti nel 2018 si sono verificati oltre 3.000 casi di aggressioni sessuali durante le sue corse, con nove persone assassinate (contro 10 nel 2017) e 58 morte a causa d’incidenti stradali. Gli scioccanti dati emergono dal rapporto sulla sicurezza divulgato dalla società californiana di taxi alternativo, che però sottolinea come gli incidenti rappresentino una frazioni infinitesimale rispetto a un numero di corse negli Usa di oltre 1,3 miliardi ogni anno. «Sono comunque numeri scioccanti e difficili da digerire» ammette Tony West, responsabile legale Uber.
In riferimento al biennio 2017-2018 sono stati presentate dagli utenti Uber quasi 6.000 denunce di aggressione sessuale, inclusi 450 stupri. È la prima volta che Uber divulga simili dati e il report sarà pubblicato ogni due anni. «Uber sta facendo un passo importante ma ogni società ha un ruolo da giocare. Siamo ansiosi di lavorare insieme per confrontarci su queste questioni, contarle e fare progressi per eliminarle», ha dichiarato Uber lanciando un appello affinché anche altre compagnie come quelle aeree o di taxi divulghino i loro rapporti sulla sicurezza.
Uber, nel documento di 84 pagine, tiene a sottolineare come il 99,9% delle sue 2,3 milioni di corse nel 2017-2018 siano avvenute senza incidenti. L’azienda californiana di servizio alternativo al taxi opera in circa 70 Paesi. I tentati stupri nel 2018 sono stati 1.560; e 376 i casi di palpeggiamenti o baci indesiderati. Gli aggressori non sono sempre gli autisti, colpevoli nel 45% dei casi in base al rapporto.