Ancora sull’incubo delle liberalizzazioni

Giulio Tremonti rilancia sulle liberalizzazioni  e provvedimenti in questa direzione potrebbero far saltare il tappo che chiude ermeticamente lo sviluppo dell’economia italiana. Pensiamo all’ordine degli avvocati, che tiene a bada circa duecentomila giovani ogni anno, oppure quello dei Notai, che restringe l’ingresso a poche centinaia di notai all’anno, una professione (inutile) ma al contempo ghiotta e remunerativa. Pensiamo all’ordine dei giornalisti, che sbatte nelle retrovie migliaia e migliaia di persone.

Le liberalizzazioni ideate da  Pierluigi Bersani e bloccate a causa del fosco corporativismo delle categorie professionali, oggi costituiscono una grande ricchezza per il Governo di Silvio Berlusconi e sopratutto per l’economia in crisi che deve distribuire  ricchezza  più che dividere i suoi cittadini.

Giulio Tremonti dunque rilancia sul piatto delle liberalizzazioni, dovendosi comunque adeguare prima o poi alle direttive europee nei settori indicati.
Ci saranno interventi sulla sanità, come le ricette online dei medici di base, e quelli relativi al mercato del lavoro, con la possibilità di cumulo dei redditi di pensione e lavoro. I pilastri del piano, però, saranno due. Le liberalizzazioni, destinate a partire là dove si sono fermate con il centrosinistra: servizi pubblici locali, acqua potabile, professioni, diritti di stabilimento delle società commerciali o di servizio nei casi in cui esistono vincoli territoriali. L’altro perno del «Piano Tremontì» saranno le misure che sta preparando il ministero della Semplificazione di Roberto Calderoli. «Il ministero della Rivoluzione», come lo chiama il titolare dell’Economia per dar misura dell’importanza che gli annette, rivendicando addirittura per sé in quel dicastero un ruolo simbolico, «di sottosegretario ad honorem». L’elenco delle semplificazioni, dice chi ha già potuto buttarci gli occhi sopra, è già lunghissimo. In cima c’è anche il taglia- leggi, un meccanismo che imporrà la verifica e la conferma esplicita, entro un determinato lasso di tempo, pena decadenza, delle leggi di spesa in vigore.

fonte: corsera.it 13/06/2010 (la vignetta tratta da digilander.libero.it si riferisce alle liberalizzazioni del 2006)