Ideona degli NCC

Grande idea dei nostri cuginetti NCC: il tassametro fiscale per i tassisti che così non potranno più raccontare balle sulla loro (presunta) crisi.
Ottimo! Grazie per l’idea, caro cuginetto! Sai che per restituirti il favore ti mandiamo anche noi una bella ideona, degna della migliore mente? il GPS-TACHI-CRONO (marca F.i C.T.) che controlla momento per momento dove l’NCC prende a bordo il cliente (tanto per restare dentro la Legalità. Quale Legalità??? Ma sì che lo sai!) a che velocità viaggia (sai che nelle corsie preferenziali si viaggia a 50 e non 120 perchè devi cavallarti la città per correre dall’altro portiere d’albergo manettaro?) e quante ore di lavoro si sta sparando (ma dai non arrossire, li sappiamo tutti i tuoi segreti!).
Dimenticavo… il contametri per la carta igienica è gratis, te lo offriamo noi e c’ha anche la musichetta!

TAXI: PERCHE’ NON SI ISTALLA IL TASSAMETRO FISCALE? SI POTREBBE CAPIRE SUBITO SE SONO IN CRISI O MENO
Post n°1448 pubblicato il 08 Giugno 2010 da nccitaliani

Non si capisce perchè l’artigiano taxi, non deve rilasciare ricevuta fiscale. Non conosciamo altre attività artigiane che possono fare lo stesso, mentre in Europa è da sempre la normalità. Noi noleggio con conducente, rilasciamo regolare ricevuta fiscale all’utenza normale e fatturiamo alle aziende i nostri servizi, da sempre!!!

da ADUC di Ivano Tarloni
A quando i tassametri fiscali? Forse così sarà più facile capire come mai una licenza taxi possa costare 180.000 euro a Roma e ben 370.000 euro (713 milioni di vecchie lire)a Firenze. Immagino che, chi si impegna per queste cifre così elvate, pensi di essere in grado di potere rendere tutti quei soldi a chi glieli ha prestati, e poi, per giustficare a sè stesso ed alla sua famiglia un impegno economico così gravoso, di ottenere anche dei buoni guadagni. Ma a sentire i commenti dei tassisti mi sembra di capire che, invece, lamentino tanta miseria. Se questa miseria fosse vera, con il tassametro fiscale, non sarebbe più possibile illudere, gli ignari compratori di queste licenze, di forti guadagni che, allora, non sarebbero veri. Così, il tassametro fiscale, andrebbe a vantaggio della trasparenza, delle eventuali tasse dovute, e degli utenti consumatori, che così pagherebbero solo il costo del servizio richiesto, non più drogato dalla compravendita delle licenze.

A proposito di Lobby in rete troviamo una bella riflessione di cui estrapoliamo un paio di passaggi:

I tassisti, come i farmacisti, sono percettori di rendite oligopolistiche grazie alle barriere frapposte all’ingresso di nuovi competitors. In Italia i taxi sono pochi: a Barcellona, modello per tutti i sindaci italiani, i taxi per abitante sono sei volte quelli di Milano. Di qui il prezzo spropositato a cui vengono scambiate le licenze: fino a 200mila euro in città come Roma, Milano o Firenze. Il costo di ingresso nel settore viene recuperato con le tariffe. Per il recupero (pay-back) dell’investimento si parla di cinque-dieci anni. 
In altre città italiane queste stime vanno ridotte di un terzo o della metà. 
Una volta recuperato il costo della licenza – nel caso che non sia stata ereditata – i tassisti guadagnano molto: per lo meno rispetto agli addetti a mansioni simili. Quanto, esattamente, non si sa; perché non sono tenuti a rilasciare ricevute (quelle che danno al passeggero non hanno alcun riscontro fiscale): le ha abolite, pochi mesi dopo la loro introduzione, il primo governo Berlusconi. A fronte di questi guadagni, il lavoro dei tassisti è stressante e gli orari sono lunghi: dieci e a volte anche sedici ore al giorno. La cessione della licenza rappresenta una sorta di buonuscita, in assenza di tutele previdenziali più adeguate: è un "fai-da-te" eretto a sistema di governo; sulla sua perpetuazione si reggono lobby, clientele e "pacchetti" di voti che stanno all’origine della frammentazione della categoria in associazioni e cooperative che invece di collaborare per rendere efficiente il servizio, si combattono per difendere le prerogative di chi le governa. Basti pensare che nelle principali città italiane, nonostante i molti tentativi esperiti, non si è riusciti nemmeno a istituire un numero unico per le chiamate: cosa che evidentemente pesa sia sulla qualità del servizio (tempi di attesa) che sul suo costo (l’attesa spesso la paga il cliente).

Occorrerebbe introdurre subito la ricevuta fiscale stampata in automatico dal tassametro. Così si potrebbero monitorare i guadagni effettivi dei tassisti e graduare la liberalizzazione del servizio sulla loro capacità di recuperare almeno una parte del valore perso

Nota dell’ultimo momento: sai cuginetto cosa si meriterebbe la tua intelligenza sopraffina? Che si liberalizzassero per davvero i taxi! Immagini che concorrenza spietata? Immagini che guerra dei poveri ci sarebbe? Che figata, neh?

5 commenti

  1. Infatti, l’unica è regalargli la carta igienica e spiegargli a cosa serve.

  2. Ma qualcuno glielo ha spiegato che le tariffe le decide il Comune e non noi? Non possono essere drogate dalla compravendita delle licenze.
    Voi pensate alla carta igienica col libretto di istruzioni per l’uso e l’abuso, io penso al Guttalax

  3. Che bellli che siete, il gatto e la volpe? come vi chiamate? magari il GPS, ma anche ai taxi. Come mai avete fatto la rivoluzione quando a Roma ve li volevano far montare?????? Avete paura dello scontrino, avete paura del GPS, ma niente niente avete qualcosina da nascondere???? Caro moderatore, sicuramente non mi pubblichi, l’importante è che leggi che so finiti i tempi della vigna dei coioni, ditela tutta!!!!

  4. Di fronte ad un “Onorevole” tutto lo staff si genuflette ossequiosamente. What else?

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