Ricomincia la menata delle liberalizzazioni?

Ecco che l’ineffabile IlSole24Ore ci ributta, seminascosto in mezzo alle righe di una notiziola all’apparenza di second’ordine, il tormentone delle liberalizzazioni. Occhio alle penne colleghi, perchè il molosso non molla l’osso facilmente ed è pronto ad azzannarci alle chiappe appena abbassiamo la guardia!

Liberalizzare a metà o, peggio, tenere ingessati i servizi locali costa caro. L’indagine sul "costo di cittadinanza" messa a punto dal ministero dello Sviluppo economico è una sferzata utile per ridestare il tema della concorrenza. In 14 grandi e medie città italiane la scelta dei fornitori di servizi, pubblici e no, è troppo spesso obbligata: la residenza o il domicilio fiscale in un comune vincolano a un costo che troppo spesso non è frutto né di efficienza né di reale competizione. Accade nei servizi idrici, nel trasporto locale, a volte nella gestione dei rifiuti e dell’energia. E ancora: per i servizi sanitari regolati dalla regione, per gli asili nido, perfino per i taxi. Secondo l’indagine, se una famiglia media potesse acquistare ciascun servizio nelle città nelle quali costa meno, a fine anno taglierebbe il budget di quasi 900 euro. Un’utopia, forse, oppure semplicemente l’obiettivo che si potrebbe raggiungere con una ventata di liberalizzazioni senza compromessi.

fonte: ilsole24ore.com 03/06/2010

5 commenti

  1. C’è secondo me molta gente che ha sempre le valigie pronte ed un aereo privato in pista pronto a partire in caso di emergenza. (non si sa mai!). La folla dei liberalizzati potrebbe rincorrerli, per salutarli con una ventata di genuini improperi, senza compromessi. Un’altra utopia?

  2. No, nessuna utopia. La folla insegna che i grandi rompi palle vuoi con la lingua fuori, la testa nel cesto, o delicatezze simili, hanno tutti fatto quella fine.

  3. cari colleghi
    scusate i due messaggi, ma non avrei rispetatto i mille caratteri.

    Vi posto, a seguito, il commento all’articolo che ho inviato al Sole 24 Ore.

    Bisogna tener presente che, pur cercando di evitare di dire scemenze, il Sole 24 Ore è quotidiano di Confindustria, dove Montezemolo e il gruppo FIAT e Benetton e il gruppo Autostrade (due dei soggetti interessati a diventare oligopolisti del settore taxi) contano non poco. Inutile ripetere che l’altro grande gruppo interessato è quello della LegaCooperative, che è uno dei 5 gruppi più grandi in Italia, non solo la Coop (a proposito, quando i cittadini di 4 Regioni potranno far la spesa a prezzi normali?), ma sono anche Unipol, Monte dei Paschi di Siena, e molto altro come il gruppo di aziende che li rende primi nel settore costruzioni ed appalti pubblici. Loro, una Coop di partito. Alla faccia del conflitto di interesse… Vabbé. Comunque questi nomi non potevo scriverli lì.

  4. Segue:
    “Vi invito a considerare anche due fattori.
    Il primo, è che alcuni servizi pubblici costano meno in alcune città per ragioni diverse, come il costo della vita in alcune regioni (trasferire il servizio aumenta i costi), la capacità organizzativa (trasferire il servizio delle regioni meno efficienti alle efficienti, non mantiene l’efficienza né il risparmio…).
    Il secondo è che liberalizzazione non fa sempre rima con risparmio. Nel settore taxi in TUTTE le città dove si è fatta, i prezzi sono aumentati.
    E questo non è successo solo ai taxi, ma anche, qui da noi, che so, all’RCauto, alla benzina…
    Le liberalizzazioni, a volte, fanno bene a chi è (o vuole diventare) un grande operatore del settore.
    Se liberalizzare viene proposto per far monopolizzare il settore a certi gruppi bene individuati con le conseguenze del caso (cartello), forse non va bene.
    Le panacee non esistono, liberalizzare a volte serve, a volte fa danni.
    Saluti
    Lucone”

I commenti sono chiusi.