I taxi a Milano sono troppi (l’esperimento)

Era un racconto come tanti, ma nel modo in cui è stato costruito e strutturato nel testo, si è trasformato – in modo del tutto involontario – in un esperimento di psicologia. 
 

Ciò che sono stati messi in luce, sono i meccanismi della percezione, nel nostro caso quelli legati alle immagini e ai testi.  La psicologia conferma che nella lettura di un testo, spesso si “legge” quello che si vuole leggere, a maggior ragione se quello che leggiamo incontra le nostre aspettative. Tale desiderio di affermazione può essere così forte da fare ignorare durante la lettura, errori od omissioni volutamente introdotti, ma in nostro aiuto la mente opera una sorta di compensazione, che tende a occultare  tutte le incongruenze nel percorso di lettura.

– I TAXI A MILANO SONO TROPPI –

Una notizia che, letta su un quotidiano, solletica la nostra attenzione. Un notizia che vorremmo leggere e mai ci è capitato di leggere almeno finora! Se poi la notizia è recentissima, pubblicata su uno dei massimi quotidiani italiani, la soglia di attenzione sale ulteriormente. Ecco che l’attenzione è quindi concentrata sulla testata del giornale; peccato che per molti sia stata interpretata come “Corriere della Sera”, sebbene molto chiaramente fosse scritto “CORRIERA DELLA SERA”.Già il nome della testata (quella interpretata) è sufficiente per far  passare in secondo piano  altri due particolari: l’ articolo è pubblicato nella sezione “I tassisti raccontano” solitamente dedicata a storie o aneddoti dei nostri visitatori. Data e ora sono inconciliabili con la stesura in redazione; il 2 giugno alle ore 0:32 i giornali non sono ancora disponibili, nè on-line, nè tantomeno nelle edicole.
Il titolo cattura immediatamente l’attenzione, le prime righe dell’articolo in partenza promettono bene, almeno fino a quando si interrompe l’anteprima che suggerisce di continuare a leggere. Proseguendo nella lettura però ci si accorge presto che l’articolo  vira a favore degli utenti, questi raffigurati come vittime a cui è venuta a mancare la possibilità di esercitare il diritto illegittimo di parcheggiare sulle aree taxi. I tassisti, ancora una volta sono rei di usurpare privilegi degni di una lobby a sfavore dei più deboli. Ecco che lo sdegno del lettore /tassista  accresce al punto da non far nemmeno notare il buffo nome del bar: da sempre, da anni,  il bar si chiama Gattullo, non Canullo come scritto intenzionalmente nell’articolo. Non esiste tassista che non lo sappia! L’apice dello sconforto e della frustrazione arrivano leggendo le intimidazioni dei rappresentanti delle associazioni dei consumatori: ecco che Rienzi del Codacons si trasforma in  Pienzi del “Coticons”, Mastrantoni dell’ “Aduc” in Mastrandrei dell ‘Abuc” e Trefiletti di “Federconsumatori” in Trenodini di “Federconsumazione”. Nomi e associazioni palesemente inventati o stravolti! In conclusione poi  la firma del giornalista Pepito Sbazzeguti: Bel nome vero? Cognome insolito vero? Non vi viene in mente nulla? Pepito Sbazzeguti,  altri non è che l’anagramma di Giuseppe Bottazzi,  il “peppone” del film “Don Camillo monsignore… ma non troppo”.
E infine due note doverose, chiarificatrici,  che avrebbero dovuto fugare ogni dubbio sulla veridicità del racconto:
  OVVERO: QUELLO CHE NON LEGGEREMO MAI SUI QUOTIDIANI !
  [Racconto semi-serio di Leonardo]
A quanto pare, non sono servite. L’effetto del racconto è stato inquietante, al punto da doverlo mettere provvisoriamente off-line. Alla stregua della “Guerra dei mondi” commedia radiofonica di Orson Welles, molti lettori e colleghi hanno interpretato il racconto come reale, cioè come un vero e proprio articolo giornalistico su cui poter rivendicare le proprie opinioni. Sono arrivati commenti  molto duri sia sul blog che su face book, che sono stati eliminati, per non offendere o far sentire in imbarazzo coloro che sono caduti in questo equivoco. Nulla di vero quindi, ma solo fantasia. Questo serva a tutti per capire quanto sia determinante l’uso della comunicazione per l’orientamento delle masse e quanto sia deleterio un uso improprio di tali tecniche.  Attenti dunque quando leggete qualsiasi cosa. Il racconto semi-serio di Leonardo, lo trovate ora nuovamente on-line, qui sotto con le dovute segnalazioni di allerta.

http://www.taxistory.it/wordpress/?p=4779

2 commenti

  1. mi vuoi fare credere che abbiamo colleghi che hanno creduto a quanto sopra scritto…??? nooo!!!

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