Con l’avvio della fase 2, il 4 maggio, l’Atac è pronta a rimettere in pista 1.450 bus (oggi sono 1.061), cioè la programmazione ordinaria a pieno regime, mentre il Comune è al lavoro per dimezzare le tariffe dei taxi sui percorsi sotto ai 5 chilometri. Con un taglio del 50% sul prezzo della corsa, si arriverebbe a pagare poco più di 4 euro per arrivare a destinazione. L’obiettivo della strategia al vaglio della giunta e della municipalizzata è ridurre al minimo il rischio di assembramenti sui mezzi pubblici. Per quanto riguarda i bus, spiega Claudio Scilletta, responsabile dell’esercizio di Atac, «partiremo con la stessa offerta che avevamo prima dell’emergenza Covid». Su bus e metro, come anticipato dal Messaggero, l’ingresso sarà contingentato, con conta-persone su 500 mezzi per segnalare in tempo reale le navette troppo affollate.
Atac poi traccerà anonimamente i passeggeri tramite cellulare, per capire dove rafforzare il servizio, che quindi sarà parzialmente rimodulato. Tra le ipotesi c’è anche un taglio delle fermate. Su ciascuno dei 1.500 bus si potrà salire al massimo in 60 per volta (al 60% della capienza), per questo l’assessore alla Mobilità di Roma, Pietro Calabrese, punta a rafforzare la flotta di Atac con mezzi non di linea. Come i pulmini Ncc. C’è anche l’ipotesi di sfruttare 400 mezzi utilizzati di norma per il trasporto scolastico. Quanto ai controlli sul rispetto delle distanze, Atac li concentrerà sui capolinea solitamente più affollati. «Non potremo presidiare tutte le fermate», ha fatto sapere ieri Sabrina Bianco, responsabile del servizio di superficie dell’azienda, nella seduta della Commissione capitolina Mobilità.
Dall’inizio dell’emergenza le corse terminano alle 21. Con l’avvio della fase 2 è possibile che il servizio sia prolungato alle 22. Anche se l’assessore ai Trasporti della Regione, Mauro Alessandri, spiega che una decisione sarà presa «solo quando avremo dal governo indicazioni precise sulle attività che potranno aprire e se gli orari saranno scaglionati a seconda del tipo di negozio o studio professionale».
LO SCONTO
Altra novità riguarda i taxi. L’idea del Comune è quella di dimezzare le tariffe per i percorsi brevi, sotto ai 5 chilometri. Dato che la tariffa standard prevede 3 euro di tassametro alla partenza, più 1 euro e 10 cent a chilometro. Il massimo, senza molto traffico, è 8 euro e 50. Con il taglio del 50%, il prezzo scenderebbe a 4 euro e 25. Il progetto è caldeggiato da Stefano Brinchi, presidente e amministratore delegato dell’Agenzia comunale della Mobilità. «Per la fase 2 – spiega Brinchi – occorre studiare modalità che impediscano quanto più possibile l’uso capitario (una macchina, una persona) del mezzo privato. Uno studio dell’università di Sidney suggerisce una strada interessante per offrire un’alternativa di mobilità a chi deve muoversi su brevi distanze: le auto di taxi e tpl non di linea a tariffe calmierate potrebbero impedire molti spostamenti con i mezzi privati. Chi proprio vuole o deve usare l’auto potrebbe farlo in modalità car pooling con 2 persone al massimo su ogni vettura».
I tassisti che ne pensano? «Ben venga questa iniziativa, se la differenza di prezzo la mette il Comune – commenta Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa 3570 – il taxi è sicuramente il mezzo più sicuro per contatti, molte auto si sono attrezzate con i divisori».
Non credo che la differenza la metta il Comune. Comunque per corse di 5 km a Roma col traffico che ci sarà parlare di 8,50 euro è fuori da ogni logica. Per fare sconti al momento non quantificabili, bisognerebbe bloccare il traffico privato.
…….ecco che è partita la fase 2: “decerebrazione da coronavirus”….LE TARIFFE TAXI SONO GIA’
CALMIERATE PER ASSENZA QUASI TOTALE DI TRAFFICO CHE PERDURERA’ ANCHE DOPO LA
FINE DEL LOCKDOWN ….”BEN VENGA QUESTA INIZIATIVA…..” UN CORNO!!!!!
Il mio commento è il seguente: bisogna avere prima di tutto (parlo di Milano) disposizioni chiare e formalizzate, da parte di tutte le autorità preposte, per quanto riguarda le modalità per il trasporto in sicurezza degli utenti. Secondo: fornire gli strumenti tecnici ed economici per aiutare in questo sforzo gli operatori del settore (senza inventare capsule spaziali ma nemmeno una banale spruzzata di alcool). Terzo: mi rivolgo a colleghi e operatori vari (rtx e varie), soero ( spero anche per noi tutti ), che si riesca a mostrare la serietà, l’abnegazione, la capacità e la serietà di un settore che è in grado di rispondere ad una chiamata per far valere il proprio ruolo in un momento unico e storico che non possiamo permetterci di vivere da semplici spettatori. Dobbiamo dare il nostro segno, magari con qualche rinuncia, ma a fronte di una chiara, seria e certa garanzia di altrettanto impegno, attenzione verso il nostro settore. Ognuno faccia la propria parte.
Ciao Massimo 53 ho letto il tuo messaggio sembra quello di un politico di lungo corso ,praticamente non hai detto nulla. Cosa intendi quando scrivi mostrare serietà? Facci capire come vuoi disporre un taxi “no a capsule spaziali “quindi senza divisori in plexiglass, e come allora? Cosa intendi per rinuncie? Caro massimo serve CONCRETEZZA
Ciao Sala. Provo a spiegarmi meglio. Per quel che riguarda le disposizioni chiare e formalizzate intendo una determina dirigenziale da parte dell’ufficio auto pubbiche riguardo le modalità di trasporto degli utenti, per esempio: numero dei trasportati; uso dei d.p.i.; tipologia dei servizi da effettuare; causali in caso di interruzione del servizio. Tutto indicato in un documento da apporre all’interno del veicolo. ( magari semplicemente scaricabile dalla app). Per quel che riguarda le capsule spaziali, mi riferivo al primo documento del MIT riguardo le normative per l’installazione di divisori ( marchi CE; misure; ecc. ecc. ) che sembrava un percorso ad ostacoli. Per me vale la semplice applicazione di un divisorio in plexiglass rimovibile, semplice, come sono stati istallati sino ad ora da rtx o manutentori taxi. Ovviamente riconosciuti a norma dalla motorizzazione e quindi finanziati. Così come voreei fossero finanziati tutti gli interventi di pulizia e sanificazione, magari anche obbligatori, ma a costo zero ( io ci metto i tempo ). Per quanto riguarda il terzo punto che è poi il tema del post di Marco, i due principali soggetti eravamo noi ed i rtx vari i quali, in questo momento dovrebbero essere in grado di “aiutarsi” a vicenda (qualcosa è stato fatto) per superare insieme questo momento. Ma, senza entrare nel merito dei numeri; delle percentuali e dei rimborsi, spero che di fronte a eventuali proposte serie ed articolate, non si faccia gli struzzi o quelli del “più uno” a tutti i costi. Ricordiamoci che resta sempre lo spettro delle multinazionali che attendono dietro l’angolo. Parlo per me: non svendo i mio lavoro ne la mia dignità, ma non me lo faccio fottere per poco.