Taxi in crisi, nel deserto di Malpensa una corsa ogni 4 giorni


ilgiorno.it La frenesia delle corse una via l’altra, caricando in auto le migliaia di passeggeri che ogni giorno atterrano all’aeroporto di Malpensa, è ormai un ricordo per le centinaia di tassisti che proprio dello scalo internazionale avevano fatto il “polmone” del loro lavoro. L’emergenza Covid ha stroncato la loro professione, con guadagni scesi sotto la soglia della sopravvivenza, in un silenzio istituzionale che in prima persona hanno voluto denunciare.

«Una corsa ogni quattro giorni, otto voli in media, dietro ogni taxi c’è una famiglia, finanziamenti per le auto, mutui, abbiamo chiesto al Governo un anno bianco dal punto di vista fiscale, siamo in una situazione tragica”. Sono le parole di Pietro Gagliardi, delegato nazionale per i tassisti di Unione Artigiani – Claai, dall’aeroporto di Milano Malpensa, da dove ha parlato a nome delle miglia di colleghi lombardi di come, da aprile, la loro situazione lavorativa sia in totale stallo. In un reportage fatto direttamente con i loro telefonini, tra i corridoi vuoti dell’aeroporto internazionale, lo scalo ferroviario interno altrettanto silenzioso, i tassisti hanno immortalato le loro auto in fila pronte ad accogliere passeggeri, vuote e a motore spento.

“Vogliamo denunciare la grande difficoltà della categoria nelle province di Milano, Varese e Bergamo”, ha dichiarato Giuseppe Trevisan, tassista e autore di un video che ha immortalato la desolazione interna allo scalo aeroportuale, “qui ci sono i tre grandi aeroporti lombardi, ma a causa dell’emergenza Covid il lavoro è sceso oltre la soglia della sopravvivenza” ha aggiunto, “guadagniamo venti euro ogni due giorni, ma nessuno ci aiuta”.

Già nella primavera scorsa i tassisti di Malpensa avevano lanciato un grido di aiuto ma, come ha precisato Trevisan, “speravamo in un miglioramento che, per qualche settimana, c’è stato durante l’estate, ma poi siamo risprofondati nel silenzio”. Ora, per poter pagare le spese, i finanziamenti delle stesse vetture usate per lavorare, i tassisti hanno bisogno di aiuto. “Al terminal uno di Malpensa c’è il deserto – denuncia un tassista che fa base all’aeroporto internazionale oggi deserto –. Purtroppo il Comune, la Regione e il Governo ci hanno abbandonati, abbiamo avviato un canale a febbraio ma per ora non è stato fatto niente, ci hanno abbandonati”.

Per questa ragione, fanno sapere i sindacati delle auto bianche, “il 6 novembre parteciperemo tutti allo sciopero nazionale Roma, per far sentire la voce delle 6mila famiglie di tassisti lombardi unitamente a quelle di tutta Italia”.


Un commento

  1. Ragazzi continuerò a ripeterlo: il 6 novembre sarà troppo tardi, bisogna muoversi prima e aggregare altre categorie alla fame. Quella gentaglia è già pronta a chiudere le regioni. Sarà tardi poi per andare tutti a Roma. Coraggio quegli omuncoli non meritano di vederci piangere

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