Intanto che certi astuti giornalisti scrivono articoli grevi di falsità sul conto dei tassisti milanesi (di quelli di altre città ci penserà qualche altro blog) che avrebbero approfittato ignobilmente dello stato di bisogno di sfortunati viaggiatori e intanto che i loro compiaciuti seguaci lettori gongolano dell’ignobile tiro a segno con commenti demenziali che riempiranno certamente la nostra rubrica "saghe mentali" e intanto che nessuno, e dico nessuno, di chi in teoria dovrebbe difendere l’onore (e di conseguenza gli oneri) della nostra categoria, muove un dito (o meglio una carta bollata) i tassisti milanesi riempiono i posteggi in attesa del sempre più raro cliente che, con fare sospettoso e guardingo, prende il taxi.
Di certo il via vai di clanda e furbi di trecotte che hanno popolato la Centrale, Linate, Malpensa e certi compiacenti alberghi è stato notato da tutti noi e abbiamo notato anche che chi è tanto rigoroso coi tassisti si è dimostrato totalmente assente dove avrebbe dovuto intervenire con vigore.
Chi dobbiamo ringraziare? Forse noi stessi, immobili e senza nervo che ci accontentiamo delle briciole e dell’immobilismo più stupido.