Tutto scorre, tutto muta, tutto cambia.
Panta rei è un concetto, un pensiero filosofico che nasce con l’intento di dimostrare che nello scorrere delle nostre vite nessun attimo vissuto, nessun istante trascorso, nessuna idea elaborata e nessun gesto compiuto potrà mai essere replicato o rivissuto allo stesso modo. Resterà inevitabilmente un momento unico, una situazione unica, un’esperienza unica.
Tutto scorre, tutto muta, tutto cambia.
Quella che stiamo vivendo è una fase della nostra vita che lascerà scorie dal punto di vista economico, ferite profonde dal punto di vista sociale e delle vulnerabilità dal punto di vista psicologico. Quando tutto questo sarà finito, quando andremo a raccogliere le macerie, quando cercheremo di mettere insieme i cocci della nostra esistenza, quando andremo a stilare una sorta di bilancio economico – sociale, ci accorgeremo che nulla è più come prima.
Tutto scorre, tutto muta, tutto cambia.
Questi “shock “, queste catastrofi portano con sé cambiamenti e ognuno di noi ne risentirà. Vengono alterati gli equilibri di tutti, spingono a cambiare abitudini consolidate che ognuno di noi ha,inducono riflessioni alla gran parte dei consumatori. Ora, allo stato di tutto ciò, ci accorgeremo che la globalizzazione, la sharing economy, il liberismo sfrenato,il capitalismo incontrollato, ci stanno portando tutti a “sbattere”. È difficile per chiunque trovare una ricetta per uscire da questa fase con minori danni possibili. Di certo la parcellizzazione presente all’interno della nostra categoria e l’individualismo già fortemente insito nel DNA degli italiani, ancor più acuito dal nostro tipo di lavoro, non ci saranno d’aiuto quando dovremo giocoforza tirare le somme alla fine di questa gravissima situazione. Spero tanto di sbagliarmi ma ho come la sensazione che tra non molto ci verranno chieste delle concessioni, ci verranno proposti dei cambiamenti, ci verranno imposte nuove regole.
Se è vero che tutto scorre, tutto muta, tutto cambia è anche vero, doveroso, necessario e di vitale importanza che dobbiamo essere NOI a guidare, dobbiamo essere NOI a pilotare, dobbiamo essere NOI indirizzare tutto ciò che potrebbe cambiare,tutto ciò che potrebbe mutare, tutto ciò che potrebbe o dovrebbe “scorrere”!
SIA CHIARO: NOI ABBIAMO GIÀ DATO MOLTO, STIAMO DANDO TANTO, NON DAREMO PIÙ NULLA.
Il testo è di Xavy Ge 13, come ricevuto e pubblicato con piacere.
BELLISSIMO POST: JULIUS EVOLA CI INSEGNÒ CHE BISOGNA CAVALCARE LA TIGRE, in quanto se la cavalchi sei sicuro che non ti mordera’. Però ci ha anche insegnato a liberarci dalla DEMONIA DELL ECONOMIA, ci ha insegnato a fare a pezzi il concetto dell HOMO ECONOMICUS, combattendo là dove si attacca, non dove ci si difende. RINGRAZIO IL COLLEGA GE13 per le sue acute e intelligenti riflessioni, ma io alla globalizzazione liberista e ULTRAPLUTOCRATICA NON MI ARRENDO, ALLO STATO IMPERIALISTA DELLE MULTINAZIONALI NON CEDO UN MILLIMETRO. AL TURBOCAPITALISMO RISPONDO CON UN SORRISO BEFFARDO. Liberiamoci di tutto ciò RIVOLTANDOCI; LOTTANDO CONTRO IL MONDO MODERNO CHE CI STA SKKIACIANDO TUTTI INDISTINTAMENTE. ma la rivolta ricordiamoci: deve avvenire prima dentro di noi, sono le nostre coscienze che devono prendere il sopravvento e guidarci. Lo so per esperienza, è e sarà una lotta dura anche con noi stessi, ma i nostri atti dovranno essere rivolti alla ricerca di una spiritualità, di una concezione organica volta a ricostruire IL VERO STATO, a disfarci dall orribile mostro della modernità che ci sta portando ad essere UOMINI SULLE ROVINE, uomini…atti a distruggere per ricostruire. Ciao amici, grazie ancora GE13 per le tue riflessioni così importanti. Che tutti quelli che hanno letto il tuo post riflettano e auguri, auguri a tutti!!!!!!!!
Verissimo: panta rei, todo cambia!
Ma il problema principale di questa categoria sono i tassisti stessi.
Sempre chiusi troppo tempo nelle loro auto, son convinti che tutto gli scivoli addosso senza alcuna conseguenza per il proprio orticello.
Non c’è crisi finanziara, economica o sanitaria, che possa far cambiare l’unica certezza dei conducenti di auto pubbliche: per me rimarrà sempre tutto com’è e i miei incassi saranno sempre quelli degli anni d’oro e questo mi basta.
Purtroppo questo modo di ragionare non funziona più e prima ci si adegua ai cambiamenti epocali e li si affronta con consapevolezza e più in là si sposterà la fine ormai segnata del tpl.
…e quindi?
In soldoni, cosa dobbiamo fare?
Andare con le multinazionali?
Una centrale unica che verrebbe cassata dall’Antitrust?
Lavorare col 77 che ha una tecnologia di 10 anni fa?
Stracciare le tessere sindacali e sindacati e andare tutti a Roma?
Pagare una società di consulenza che ci dia marketing, ufficio stampa e comunicazione?