terzobinario.it Auto bianche e nere di Civitavecchia e Fiumicino sul piede di guerra
Per i tassisti e noleggi con conducente di Civitavecchia torna lo spettro del bacino unico di Città Metropolitana e non è l’unico problema con cui la categoria deve fare i conti. Per le auto bianche cittadine è un momentaccio che dura ormai da un anno e mezzo e dal quale sembra difficile uscire. Il problema del bacino dell’ex provincia di Roma è tornato prepotente in questi giorni, quando cioè a palazzo Valentini hanno rispolverato l’idea del bacino comprensoriale che sembrava ormai accantonata nel 2017.
È stato il protocollo di intesa sul bacino di traffico comprensoriale sottoscritto dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e Civitavecchia. E a proposito del comune di Civitavecchia va ricordato che quel benestare venne concesso dalla precedente amministrazione grillina con Virginia Raggi sindaco in carica di Città Metro. In altre parole, un asse politico-istituzionale.
La volontà era quella di concedere a qualsiasi taxi con licenza del bacino di lavorare senza vincoli comunali. In altre parole, sarebbe invasione di auto bianche romane al porto e negli aeroporti, tant’è vero che pure Fiumicino si è messa di traverso.
“In un incontro avuto con il sindaco Tedesco l’altro ieri – spiega Gianluca Deiana, della Federtaxi Civitavecchia – e l’assessore ai trasporti Emanuela Di Paolo questi hanno sottolineato questa soluzione non piaccia. Noi siamo contrari da sempre e anche l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha ravvisato delle perplessità>.
Nessuno ha pensato di convocare a palazzo Valentini i rappresentanti di categoria per discutere della questione: “Ci domandiamo il perché di questa urgenza visto il momento lavorativo drammatico che le categorie soffrono a causa della pandemia. È evidente la forzatura politica che non tiene conto delle realtà lavorative dei settori in questione, e non è rivolta a risoluzione dei problemi ma anzi causa confusione e disordine nelle categorie.
Taxi ed ncc dei comuni di Civitavecchia, Fiumicino Ciampino e Roma non sono mai stati interpellati ma restiamo contrari: questo bacino così com’è per termini, regolamenti, tariffe causerebbe una cattiva gestione>. Da quanto sembra entro il 21 maggio dovranno arrivare dai comuni interessati delle osservazioni ed è probabile che nell’occasione Civitavecchia e Fiumicino ribadiranno il proprio diniego. Il 26 invece dovrebbe arrivare a decisione che però è vincolata dai pareri dei comuni: se basterebbe uno solo contrario per invalidare la procedura.
L’attualità non è che sia tanto confortante: <Si sta ancora discutendo dell’assegnazione degli stalli in porto e anche l’accesso nello scalo stesso ancora non è libero come prima del Covid. È arrivato un solo ristoro da 600 euro durante il Covid e l’attività si è paralizzata. Siamo trasporto pubblico non di linea ma al massimo si effettua una corsa al giorno, con la quale non si paga neanche il carburante” la conclusione di Gianluca Deiana.
Sul fronte degli ncc la situazione non è che sia molto diversa: a parte chi riesce a mantenersi a galla con qualche navettamento, presente e futuro rimangono a tinte grigio scure.