romait.it Il Ddl Concorrenza, che si impegna a intervenire sui settori del servizio pubblico locale, energetico, dei trasporti, dei rifiuti, imprenditoriale e della vigilanza del mercato, ha scatenato varie polemiche, soprattutto all’interno del mondo dei taxi. Il punto principale riguarda l’articolo 8, che di fatto prevede un mercato strettamente regolamentato e chiuso per la categoria. Il coordinatore nazionale USB–Taxi, Riccardo Cacchione, è intervenuto in esclusiva al nostro giornale, illustrando la situazione in cui vive a oggi il settore.
“Governo sensibile agli interessi delle multinazionali”
“La situazione – afferma Cacchione – è estremamente difficile, anche quest’anno la condizione lavorativa è pesantemente devastata dall’emergenza sanitaria. Continuiamo ad essere in difficoltà relativamente al reddito e al contempo ad essere preoccupati per quello che ci accade intorno. Un governo, ‘sensibile’ agli interessi delle multinazionali, mente sapendo di mentire rispetto a quello che accade nel nostro settore. Si favoriscono dinamiche speculative anziché il lavoro, come sancito anche dalla Costituzione (art.1). Questa Repubblica si fonda sul lavoro ed è inaccettabile che si possano permettere a società che gestiscono fondi d’investimento, senza rischio d’impresa, di fare profitti in quello che la legge inquadra come un servizio essenziale.
Noi tassisti, per la tariffa amministrata comunalmente, e anche per l’obbligo di prestazione, non possiamo selezionare i nostri utilizzatori in funzione di un dato economico. Siamo chiamati invece a garantire a tutti l’utilizzo del taxi, che proprio per questo la legge inquadra come complementare ed integrativo del trasporto di linea”.
“Il sudore dei tassisti è messo in secondo piano”
“Tutta Italia, ovvero 40.000 tassisti, presenti in tutte le città metropolitane e nelle principali province italiane, continuano a vedere il loro ‘sudore’ messo in secondo piano rispetto a questi ‘vampiri’, che tra l’altro neppure pagano le tasse nel nostro Paese. Fonti indipendenti internazionali, come Cictar, evidenziano questi comportamenti. Potremmo parlare di quanto accaduto in India dove nonostante un regime fiscale favorevole non hanno pagato neppure un terzo del 6% di tassazione previsto, all’interno di un un paese con oltre il 40% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà, come rivelato da taxjustice.net.
Vogliamo così cercare di coinvolgere non solo i 40.000 tassisti italiani impegnati in questo servizio, ma sviluppare anche una battaglia di civiltà. Non si può accettare che il nostro servizio e il lavoro che ne deriva, insieme alle garanzie che tutela, vengano spazzate via ancora una volta sull’altare del profitto. Lo scontro è proprio questo: garanzia del servizio pubblico contro la speculazione finanziaria“.
“Draghi mente sapendo di mentire”
“E infine – conclude – voglio aggiungere che il premier Mario Draghi mente sapendo di mentire. Il ricatto secondo il quale, per accedere ai fondi PNRR, l’Europa ci chiede di aprire a questi servizi è una mistificazione: non è assolutamente vero. Perfino la famigerata Direttiva Bolkestein esclude taxi e ambulanze (comma 21 direttiva 123/2006), ripresta nel decreto 59/2010, intervenendo nelle regole dei mercati interni per i paesi Ue. Quindi che l’Europa ce lo chiede è un falso.
Noi lotteremo con tutte le forze e nonostante i disastri che la pandemia ci ha procurato resisteremo senza arretrare di un passo. Serviranno scioperi, iniziative forti, azioni anche sui media (troppo orientati verso questo governo). Noi come organizzazione sindacale siamo determinati a batterci senza tregua. USB-Taxi è convinta che possiamo e dobbiamo sconfiggere questo progetto, senza se e senza ma”.