Taxi, scatta lo sciopero selvaggio Auto ferme dalla Centrale a Linate

ilgiorno.it Auto bianche ferme dal centro alla periferia. Turisti in cerca di un taxi da piazza Duomo al Castello fino a Brera, senza alcuna speranza di trovarne uno disponibile. Passeggeri a piedi in Stazione Centrale come negli aeroporti di Linate e Malpensa e costretti a trovare soluzioni alternative per muoversi in città. “Sono in sciopero, senza preavviso”, borbottano le persone in coda ai posteggi di piazza Luigi di Savoia, all’ombra dello striscione “Milano non molla”. “Siamo in assemblea permanente”, li correggono i conducenti, che si muovono soltanto per accompagnare disabili, anziani e donne in gravidanza.

Cambiando i termini, il risultato non cambia: ieri mattina i tassisti hanno dato vita a un blocco non autorizzato del servizio in tutta la città per protestare contro il disegno di legge Concorrenza, che, nella loro interpretazione, darebbe il via libera definitivo alla liberalizzazione “selvaggia” del settore, a cominciare dalle piattaforme tecnologiche per la prenotazione delle corse (nel mirino c’è sempre il nemico storico Uber). Come prevedibile, lo stop improvvisato di mercoledì pomeriggio in Centrale non è stato altro che il prologo alla mobilitazione ben più partecipata del giorno dopo: alcune decine di tassisti si sono riuniti attorno al principale scalo ferroviario della città, ma la gran parte se n’è tornata a casa o è rimasta nei parcheggi a fare capannello coi colleghi per aspettare indicazioni sul da farsi. Sì, perché adesso l’interrogativo è: l’iniziativa spontanea della base, del tutto scollegata dalle associazioni di categoria, andrà avanti a oltranza o si concederà una tregua nel fine settimana in attesa di novità positive dal Parlamento? Al momento, l’opzione più probabile è la seconda, anche perché nel primo pomeriggio è arrivato un segnale “distensivo” da Roma: lunedì alle 10, il viceministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile Teresa Bellanova incontrerà i delegati sindacali per discutere del disegno di legge che sta per approdare alla Camera (proprio per il 27 è stata fissata la deadline per la presentazione degli emendamenti da parte dei vari schieramenti politici).

L’obiettivo dichiarato dei tassisti è quello di stralciare l’articolo 8, che impegna l’esecutivo Draghi ad adottare entro sei mesi un decreto legislativo “per la revisione della disciplina in materia di trasporto pubblico non di linea”. La comunicazione ha generato una prima immediata conseguenza: i sindacati milanesi hanno annullato il presidio in programma stamattina dalle 10 alle 12 davanti alla Prefettura. Cosa faranno i conducenti nel weekend? L’indicazione di massima, seppur solo ufficiosa, è quella di riprendere regolarmente l’attività in tutta Italia. Tuttavia, sono proprio le caratteristiche della protesta – partita dal basso e senza leader dichiarati a guidarla – a renderla molto difficile da gestire.

Va detto anche che all’ala dura che vuole continuare a tenere i motori spenti fa da contraltare una quota maggioritaria di colleghi che vorrebbero ricominciare a lavorare, salvo poi fermarsi nuovamente nel caso la situazione dovesse complicarsi ancora una volta. Del resto, uno sciopero – questo sì proclamato con tutti i crismi – è già in programma, il 5 e il 6 luglio. “Riteniamo – tagliano corto da Uiltrasporti – che azioni effettuate fuori dal citato contesto si prestino a pericolose strumentalizzazioni sicuramente controproducenti e a danno delle lavoratrici e lavoratori”.    N.P.