roma.repubblica.it Uber sbarca a Roma. O meglio torna a Roma. Dopo l’accordo siglato in passato con i conducenti di NCC, adesso è il momento di una nuova partnership, per certi versi sorprendente, perché viene stretta con quelli che per molti sono i nemici giurati della compagnia americana: i taxi. “Roma”, annuncia Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia, “è la prima città in Italia in cui dalla app di Uber sarà possibile prenotare un taxi della cooperativa 3570”.
Capire come cambierà il servizio della multinazionale americana è semplice: da oggi a Roma è infatti possibile accedere alla app e prenotare un taxi, sapendo dove si trova, quanto tempo impiegherà per raggiungere il punto dell’appuntamento, e avendo una forbice di prezzo per il costo della corsa. La tariffazione delle corse in taxi rimarrà scandita dal tassametro, ma grazie agli algoritmi della app Uber è in grado di offrire al cliente un calcolo approssimativo di quanto sarà il costo finale del servizio.
Anche il metodo di pagamento sarà quello tradizionale previsto dall’uso della app in tutto il mondo, e quindi tramite carta di credito.
“Il metodo – conferma Pireddu – è quello utilizzato ogni volta che si usa la piattaforma Uber, quindi il pagamento potrà essere perfezionato direttamente sulla app senza la necessitàdi contanti”. Il matrimonio con Uber porta anche i taxi a familiarizzare con le tecnologie. Quelli che aderiranno all’iniziativa accederanno di fatto ai servizi della app. Tra questi anche la possibilità di condividere in diretta con amici e parenti la posizione e il tragitto percorso, l’accesso alle funzioni di sicurezza in caso di pericolo e ancora la traduzione (anche simultanea) in 50 lingue, servizio essenziale soprattutto per i turisti stranieri.
La storia dell’accordo perfezionato oggi con il 3570 inizia il 24 maggio scorso quando la compagnia americana ha siglato un primo accordo nazionale con IT Taxi, presente in circa 90 città italiane. Da qui è stata stretta una partnership territoriale con la cooperativa 3570, la più numerosa a Roma, con circa 3.700 tassisti, attraverso la quale si è giunti oggi all’inaugurazione del servizio a Roma. Un tempismo quasi sospetto, perché l’annuncio cade pochi giorni dopo lo stralcio dal DDL Concorrenza della norma che avrebbe almeno in parte liberalizzato il settore.
“Quella norma”, commenta il general manager di Uber, “sarebbe stata utile per modernizzare una legge vecchia di trenta anni. La domanda è in grande crescita e un ammodernamento delle normative gioverebbe a tutti. Se questo settore non si apre alle nuove tecnologie è difficile che riesca a crescere e a creare nuovi posti di lavoro. Purtroppo non è andata così, ma nonostante questo Uber continua a puntare sull’Italia e sulla capitale”.
Per il gruppo Roma è un mercato enorme e in grande crescita. Solo negli ultimi tre mesi nel territorio della capitale sulla app di Uber sono stati registrati 3 milioni di accessi. Il dato non corrisponde ovviamente al numero delle corse, ma conferma quanta richiesta possa esserci. In particolare, rispetto al 2019, nei grandi snodi logistici è stato registrato un aumento delle richieste del 50%, una percentuale destinata ad aumentare nei prossimi mesi.
Parte così il nuovo servizio di Uber che non esclude neanche i grandi hub, come la stazione Termini e l’aeroporto di Fiumicino, dove la compagnia di San Francisco sta predisponendo dei punti di raccolta in modo che gli utenti potranno andare a prendere il loro taxi direttamente nel luogo indicato dalla app. Un altro cambiamento significativo rispetto alle abitudini del trasporto romano.
Molto bene, avanti tutta.