leggo.it “Il conducente si è comportato in modo scortese verso il passeggero”. Ancora: “Il tassametro non è stato attivato/bloccato correttamente”. Poi le più gravi: “Il tassametro era già in funzione alla salita del passeggero”, “Il tassista ha rifiutato di andare alla destinazione richiesta”, “Il tassista ha rifiutato il pagamento in moneta elettronica”. Sono solo alcune delle infrazioni dei tassisti romani. Un report dettagliato su cui ha lavorato (e sta ancora lavorando) la commissione del Campidoglio. Le istruttorie hanno già comportato 53 sospensioni della licenza da 3 a 60 giorni: due mesi di stop dal servizio, ad esempio, per corsa rifiutata o tassametro alterato, pochi giorni per l’abbigliamento non adeguato.
Ma cittadini e turisti continuano a inviare proteste. E anche la trasmissione tv “Le Iene” ha documentato (allo scalo di Ciampino) i comportamenti non regolamentari di una parte dei tassisti romani (è bene non generalizzare, infatti).
La situazione era stata già sollevata da Leggo la scorsa estate, tanto che l’assessore al Turismo, Alessandro Onorato, costituì una task force di steward e hostess presso gli aeroporti, chiedendo maggiori controlli in difesa dei turisti.
E ora l’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, che ha la competenza in materia, snocciola i dati delle infrazioni rilevate: «In caso di accertata irregolarità da parte di Polizia, Guardia di Finanza, Carabinieri e Vigili urbani commessa da un titolare di licenza taxi o di autorizzazione Ncc, il verbale di accertamento viene inviato al Dipartimento Mobilità. In 13 mesi (dal 1° ottobre 2021 al 31 ottobre 2022) sono pervenuti 345 segnalazioni: 53 di questi riguardano irregolarità che comportano la sospensione della licenza, altri 84 procedimenti sono in attesa di giudizio».
Come dire che a breve saranno 137 i casi di sospensione della licenza. In particolare, figurano 10 casi di comportamento scorretto o violento, 8 casi di mancato rispetto abbigliamento obbligatorio, 6 casi di indisponibilità (nella vettura) di tariffario e codice di comportamento, 5 casi per Pos non presente o non funzionante, 4 casi in cui il tassametro era già in funzione prima della salita del cliente, 4 casi di presenza del taxi fuori dagli stalli predisposti.
Tre casi ciascuno sono invece per: tariffa più alta di quanto indicato dal tassametro, tariffa fissa non applicata, tassametro non visibile, rifiuto del pagamento con carte di credito o bancomat.
In 2 casi l’infrazione è stata quella di tassisti che si sono rifiutati di prendere a bordo il passeggero o che hanno “scelto” il cliente da prendere a bordo, che hanno fatto il percorso più costoso o preteso una tariffa a forfait. Un solo caso riguarda la “guida pericolosa”: almeno su quest’aspetto c’è poco da correggere.