ilgiorno.it “Sono vivo per miracolo: se la macchina si fosse ribaltata, sarebbe diventata una trappola infuocata per me e per le altre persone che erano a bordo”. Matteo, 43 anni di cui gli ultimi 12 anni al volante di un taxi, è il conducente del Volkswagen Caddy bianco che alle 23.30 di domenica scorsa è andato a schiantarsi contro le impalcature di un cantiere in via Santa Margherita. Un incidente provocato da un massello di pavè, che si è staccato all’improvviso e ha generato la sbandata e il successivo incendio.
Il racconto parte dai momenti immediatamente precedenti all’incidente: “In macchina c’erano un ragazzo e una ragazza sulla trentina, una donna sulla sessantina e il suo cane: li avevo caricati poco prima in Stazione Centrale per accompagnarli in zona piazza Napoli”. Quello di Matteo non è (o meglio, non era) un taxi come gli altri, bensì un mezzo attrezzato anche per il trasporto disabili: “La predisposizione specifica del veicolo prevede il successivo inserimento della rampa per le carrozzine, con spostamento del serbatoio della benzina sulla parte sottostante, a vista”. Tutto avviene dopo aver superato la Scala, in direzione Cordusio: uno dei masselli attaccati ai binari del tram si disancora dalla sede stradale dopo il passaggio della ruota anteriore sinistra del Caddy e va a colpire la posteriore, facendo letteralmente decollare il taxi. “La prima ad accorgersene è stata la signora: era seduta dietro, ha sentito il botto e si è messa a urlare – prosegue Matteo –. Secondo me, lo pneumatico è esploso subito, perché quando l’auto è riatterrata ho perso il controllo: l’effetto pendolo l’ha tirata verso destra, contro i ponteggi. Già in quel momento, c’erano lingue di fuoco che uscivano dalla parte posteriore”.
Una scena da film, in pieno centro: “Per fortuna, la macchina non si è ribaltata, altrimenti sarebbe stata una tragedia: siamo usciti tutti sani e salvi. I primi a intervenire sono stati due poliziotti che erano in servizio davanti al teatro: hanno visto tutto e hanno bloccato il traffico, poi mi hanno ospitato sulla loro auto perché ero pure senza giubbotto”. In pochi attimi, l’auto viene completamente avvolta dalle fiamme: “Non sono riuscito a salvare nulla, né documenti personali né documenti della macchina”. E poi? “I passeggeri si sono allontanati, senza neppure attendere la polizia locale e fornire le loro generalità”. E il taxi? “Ora è considerato un rifiuto speciale, quindi va smaltito dal rottamaio: dovrò pagare io, in attesa del rimborso”. In vista dello smaltimento, è stato momentaneamente spostato in via Toffetti, lungo la strada.
E ora? “Ho perso tutto – spiega sconsolato Matteo –. Il Caddy mi era costato 30mila euro, avevo iniziato nel 2019 a fare trasporto disabili dopo aver partecipato al bando del Comune”. A proposito del Comune, Matteo è particolarmente rammaricato: “Nessuno si è fatto vivo, nessuno ha sentito il bisogno di fare una telefonata. Eppure è successo davanti a Palazzo Marino. Tramite l’assicurazione, farò causa all’amministrazione per i danni subìti: il pavè va curato, non è possibile rischiare la vita in questo modo. E non è la prima volta”. A marzo, gli era già capitato in via Torino angolo Santa Maria Valle: “Stessa dinamica: il massello si è staccato e ha colpito il serbatoio danneggiandolo”. Quando riprenderà a guidare? “Credo a inizio gennaio, dopo le vacanze natalizie”.