Il bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti, ci porta spesso a fare confusione tra concetti e avvenimenti così che, nel merito di quell’Unione Europea sempre più parte del nostro quotidiano, ci si dimentica che il Qatar Gate non è né il primo né l’unico grande scandalo a colpire nel giro di pochi mesi la politica di Bruxelles in quanto, solo poco tempo fa, venne preceduto da quell’ Uber Files troppo presto finito nel nulla. Nella fretta di voler buttare la polvere sotto il tappeto nessuno ricorda di come, ad esempio, l’ex Commissaria ai trasporti, la paladina Olandese dei “diritti” dell’App Americana Uber Neelie Kroser, sia divenuta ad oggi consulente della stessa Uber che pertanto, dopo aver beneficiato del permissivismo dei singoli Stati Europei, continua a beneficiare di un rapporto di aderenze con una ex Commissaria con cui oggi addirittura ci lavora.
Davvero singolare come ci fosse stato fatto credere che a livello Europeo la politica fosse più bella perchè trasparente: pochi mesi per scoperchiare il vaso di Pandora così che, tra Uber Files e il vergognoso scandalo legato ai soldi Qatarioti, diventa sempre più dubbio il confine tra bellezza e l’illegalità. In mezzo a tutto ciò ha tenuto banco la polemica legata ai pagamenti elettronici e al moralismo da essa derivato… come se il denaro contante non fosse mai esistito o non fosse mai stato inventato per pagare. Nel merito ecco un’altra singolarità che riporta i taxi al centro del dibattito come se, nel contesto Europeo di cui sopra fatto di scandali, mazzette e un costo dell’energia ai massimi fossero, per “quattro scontrini”, i tassisti il male assoluto da mettere alla gogna e non le multinazionali che fatturano in Italia e pagano le tasse altrove.
Torniamo a Milano dove si è cercata la polemica anche il giorno di Natale quando non erano i taxi a mancare ma i mezzi ATM ad essere fermi o (forse) a dare un servizio a scartamento ridotto: bene specificare che la flotta taxi è composta da circa 5.000 auto pubbliche disponibili, ogni giorno ad ogni ora per 365 giorni, per 1 milioni e 400 mila abitanti, per un servizio utilizzato di fatto quasi esclusivamente da una clientela business (cioè che si muove per lavoro) e, nei periodi in cui lo richiede, dal turismo. Nel concreto, i mesi di lavoro “buono” in un anno sono 8 durante i quali bisogna considerare la probabilità in cui un tassista sia ammalato, oppure con l’auto rotta per incidente o guasto meccanico…pertanto, chiamiamolo pure rischio d’impresa, ma i mesi buoni rischiano di ridursi a 7. Ma il tassista e la sua famiglia mangiano, si vestono e vivono tutto l’anno…
Entriamo poi nel merito delle critiche: tutti i tassisti hanno il Pos, tutti, a differenza degli uffici del Comune dove, ad oggi, si può pagare solo in contanti. I turni liberi in caso di grande lavoro (come nel periodo pre natalizio) sono facoltà del Comune stesso e non negligenza da parte della categoria.
Stazioni e Aeroporti: non ci vuole una scienza per comprendere che l’arrivo di un treno con centinaia di persone a bordo richieda magari centinaia di taxi che causa traffico e inadeguatezza del posteggio della Stazione Centrale, faticano a muoversi e tutto ciò, senza parlare dei ritardi. Se arriva un aereo nel cuore della notte con centinaia di viaggiatori a bordo, a Linate o peggio ancora a Malpensa (Varese) o Orio (Bergamo) il problema è dei taxi che mancano oppure della compagnia aerea che dovrebbe sopperire ai suoi ritardi?
In ultimo la notte, dove gestori di locali che fanno la selezione all’entrata, pretendono che dopo aver fatto bere e divertire i clienti, debbano essere i tassisti a dover mettere a repentaglio la propria incolumità e la propria vettura per riportare a casa persone spesso neppure in grado di deambulare, negando al contrario quella selezione (prevista dal regolamento) che loro avevano fatto quando i clienti erano sobri, lucidi e con il denaro in tasca.
Concludo dicendo che troppe notizie vengono “sparate” da gente che il mondo taxi non lo ha mai volutamente approfondito, un mondo a cui spesso l’informazione ufficiale ha fatto torto perché non sempre le notizie date in pagina o in TV, sono state verità in assoluto.
Ha forse ragione Giuseppe Cruciani ad alzare la voce per difendere i tassisti dalle frequenze di Radio 24: “sono solo alcuni VIP che rompono i c……i con i tassisti, per altri motivi e per altri interessi”: senza essere di parte, ma come si fa a dargli torto?
Dal momento che siamo giunti a fine anno, faccio i miei migliori Auguri per un Buon 2023 a tutti i colleghi e le colleghe tassiste e alle loro famiglie.