Taxi, a vuoto il bando per assegnare dodici nuove licenze a Parma

parma.repubblica.it Il bando di concorso pubblico per l’assegnazione a titolo oneroso di dodici licenze per l’esercizio del servizio taxi ha avuto esito negativo. Aperto tre anni fa dal Comune e prorogato a causa della pandemia, si è chiuso con un nulla di fatto. Al bando avevano risposto cinque candidati, di cui due sono risultati aggiudicatari ma entrambi, al momento di dover dare seguito all’assegnazione della licenza taxi comunicando a quale tipologia di veicolo associare il permesso e versare all’Amministrazione comunale il relativo importo (130mila euro se la licenza viene associata a veicoli allestiti per disabili; 160mila se associata a veicoli non allestiti), hanno rinunciato.

Al momento dell’indizione del bando i taxi in servizio in città erano 78 e con la nuova procedura si sarebbe dovuti arrivare a 90. Il numero resta quindi lo stesso.

“Le nuove licenze intendono potenziare il servizio di trasporto pubblico non di linea per far fronte alle esigenze legate al considerevole aumento dei flussi turistici. La città ducale, infatti, ha registrato un costante e continuo aumento di presenze turistiche, nel corso degli ultimi anni, a fronte delle diverse iniziative legate al prestigioso riconoscimento di Parma Città Creativa per la Gastronomia Unesco; a manifestazioni culturali di alto livello come il Festival Verdi; a manifestazioni fieristiche, a convegni e conferenze, fino ad arrivare al riconoscimento di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 che sta facendo parlare della nostra città a livello nazionale ed internazionale”, aveva spiegato l’ex assessore al Commercio e turismo Cristiano Casa al momento dell’indizione del bando.

Le dodici nuove licenze erano a titolo oneroso, ovvero prevedevano il pagamento di un corrispettivo, da parte dei partecipanti, pari a 130 mila euro per due licenze per veicoli appositamente allestiti per il trasporto di persone con disabilità (in questo senso erano state accolte le istanze espresse all’assessorato al Welfare, da parte dell’associazione Anmic, principale associazione del territorio che si occupa di tutela e rappresentanza delle persone con disabilità) e 160 mila euro per le altre, anche in questo caso i nuovi taxi avrebbero dovuto comunque rispettare gli standard minimi di legge per quanto attiene il loro utilizzo da parte di persone disabili.

Il rilascio delle nuove licenze teneva anche conto della tipologia di alimentazione dei veicoli che dovevano essere a basso impatto ambientale, prediligendo quelli elettrici o dotati di doppia alimentazione benzina – elettrico, gasolio – elettrico, gpl – elettrico, metano – elettrico o benzina – idrogeno.