ilmessaggero.it Erano riusciti ad ottenere le autorizzazioni per la conduzione dei loro taxi (ncc) attraverso dichiarazioni fittizie e mendaci rilasciate al Comune di Supino. Questo il motivo per il quale l’ufficio del giudice per le indagini preliminari ha applicato il sequestro preventivo di ben undici autorizzazioni. Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori, gli indagati con più azioni esecutive presentando ai competenti funzionari documentazione necessaria per il rilascio dell’autorizzazione per l’esercizio di noleggio da rimessa con conducente mediante autovettura, avrebbero attestato falsamente di disporre di sedi operative e rimesse effettive nel territorio comunale. In realtà sono risultate fittizie in quanto non attrezzate allo stazionamento delle automobili e alla ricezione delle prenotazioni o del pubblico. Tra l’altro non sarebbero mai state utilizzate da alcuno dei soggetti autorizzati a tal fine.
IL SISTEMA
Per la cronaca le persone che sono finite nel mirino della procura esercitavano di fatto l’attività soprattutto in territorio romano senza che le autovetture facessero ritorno nel comune di Supino In questo modo avrebbero indotto in errore i funzionari circa il possesso dei requisiti richiesti. Le indagini partono nel maggio dello scorso anno, quando il l presidente dell’ Anar ( Associazione nazionale autonoleggiatori riuniti ) presenta una denuncia querela sulla scorta di un corposo dossier realizzato dalla stessa associazione di categoria e relativo ad alcune documentate anomalie segnalate nello svolgimento del servizio . A tal proposito era stata segnalata la presenza nel Comune di Roma di numerosi operatori di noleggio con un conducente stabilmente attivi, evidenziando che tali soggetti muniti di autorizzazioni rilasciate da altri comuni laziali, svolgevano il relativo servizio nella capitale in totale violazione delle norme stabiliti dalla legge quadro nazionale e dalla legge attuativa regionale . E proprio in questo contesto sono state indicate le 11 autorizzazioni rilasciate dal comune di Supino. Numero sicuramente elevato e anomalo se parametrato alle piccole dimensioni della cittadina della Ciociaria. La normativa nazionale impone ai concessionari di avere la disponibilità materiale di una rimessa nel Comune e soprattutto di fare un continuativo utilizzo della rimessa stessa prevedendo l’obbligo di fare il ritorno dopo l’espletamento del servizio. A tal proposito sono state effettuate le ispezioni nei locali indicati dai titolari dell’autorizzazione come rimesse per i veicoli adibiti al noleggio. E proprio da queste ispezioni sarebbe emerso che tali rimesse non erano mai state effettivamente utilizzate.
I LOCALI
Gli operanti avrebbero constatato che la maggior parte dei locali ispezionati risultavano occupati da materiale adibito ad altri scopi ,( cantine ,magazzini, depositi di legna). La situazione riscontrata nel corso delle attività di polizia giudiziaria ha evidenziato in modo inequivocabile l’inesistenza delle autorimesse nei luoghi dichiarati in sede di richiesta al rinnovo delle autorizzazioni. Addirittura una rimessa risulta essere un’azienda agricola adibita all’allevamento di bovini. Nel collegio difensivo gli avvocati Bruno Coratti, Claudia Mancini, Gianluca Cupini, Alessia Campagiorni e Vincenzo Pastorino. Nei giorni scorsi un’analoga operazione aveva riguardato i “furbetti” dei taxi (ncc) che avevano ottenuto la licenza a Pontecorvo.