Era martedì sera. Semifinale di Champions. La partita conclusa da poco. Per le strade la grande festa dell’Inter e il rientro amaro dei tifosi milanisti. Il taxi di Stefano Corti si ferma in via Manzoni e carica 4 passeggeri, «sembravano un papà coi 3 figli, uno di loro era molto giovane». Chissà se arrivavano anche loro dallo stadio. «Ci porti in via Pietro Calvi», mi dicono. Il taxi si muove svelto lungo vie e incroci brulicanti di persone e auto nonostante fosse quasi mezzanotte. Un tragitto facile per chi è del mestiere.
Stefano lo ripercorre con la memoria. «Faccio Cordusio, via Orefici, via Mazzini, Missori, giro in via Albricci poi in via Larga, diretto al tribunale in corso di porta Vittoria. Da lì avrei raggiunto via Premuda. Saranno stati 12 euro di corsa. Ma non faccio in tempo ad arrivare in via Premuda che dento la macchina quello che sembra il più anziano dei 4 comincia ad inveire. A contestare il tragitto e a sostenere che avevo allungato il percorso volutamente. Sembravano indiavolati, soprattutto il padre. Mi aggrediscono con pugni e schiaffi. Provo a liberarmi ma mi tengono dentro e quando finalmente scendo dall’auto anche l’uomo più anziano che mi era seduto accanto scende dal lato conducente e mi tiene bloccato».
Nessuno l’ha aiutata?
«Vedevo la gente in coda dietro di me che anziché scendere e venire in mio soccorso faceva inversione con la macchina. Anche le persone, lì alla fermata, restavano indifferenti, questi qua mi massacravano di botte e loro facevano finta di nulla, tutti quanti».
Come si è salvato?
«Una macchina della municipale è passata di lì, “la polizia, la polizia!!!!”, hanno cominciato a gridare e sono scappati via. E’ successo tutto in pochissimi istanti. Purtroppo non ho avuto la forza di farli scendere prima che la situazione degenerasse. Dovevo dirgli “scendete e andatevene, vi regalo la corsa”. Che cosa vuoi che me freghi di una corsa da 12 euro. Io penso di aver fatto la strada più giusta. Qualcuno mi ha detto che ho sbagliato percorso ma anche se fosse vero, questo per caso li autorizzava a conciarmi in quel modo? La situazione è stata ingestibile. Una cattiveria così mai vista prima».
E’ stato in ospedale?
«Ci sono stato e mi hanno dato 30 giorni di prognosi».
Li ha denunciati Stefano?
«Ho denunciato oggi (ieri, ndr)… Poi vedremo come andrà a finire. Questa gente deve pagare. Non tanto per me, perché io sono grande e grosso. Ma se ci fosse stato uno più gracilino al mio posto l’avrebbero ammazzato».
Da quanto tempo fa questo lavoro?
«38 anni e non mi era mai accaduta una cosa simile. Certo un paio di scippi li ho subiti. E una volta che ho assistito io a uno scippo, ho seguito i malviventi fino a quando non è arrivata la polizia che li ha arrestati».
Viene voglia di mollare?
«Cosa vuole che le dica… Ho 58 anni e mi mancano due anni alla pensione. Il punto è che questa città non è più stessa. Io sono convinto che la categoria debba fare qualcosa».
Milano è peggiorata?
«Se qui non iniziano a dare delle regole non so dove andiamo a finire. Salgono a bordo e vogliono andare dappertutto in una manciata di minuti. Venga in piazza Duomo una sera a vedere. Non sono capaci nemmeno di fare la coda. Si presentano con google map aperto e pretendono di percorrere via Melchiorre Gioia-Cinisello in cinque minuti alle sei e mezzo del pomeriggio. E se giri la via dopo o la via prima hanno da ridire. Sì… ci sarà la mela marcia tra noi che veramente ogni tanto allunga la strada, ma sono pochissimi. Per non dire di quelli che arrivano e ti fanno vedere Milano dall’alto ma io sono un tassista non un drone, tu mi devi dare un indirizzo e una via. E se io non la so, imposto il navigatore. Queste sono le problematiche di tutti i giorni».
Le piace il suo lavoro però…
«Io lo adoro, quando mio papà ha iniziato gli chiedevo sempre di accompagnarlo. Anche lui era tassista di notte. Ma cose così non succedevano».
Ne vedrà tante la notte.
«Le dico solo questo. Tempo fa avevo uno corsa all’Old Fashion, saranno state le due di notte. Sono arrivato e ho visto per strada una rissa da paura, 40 persone che se le davano di santa ragione. Ho chiamato la polizia e l’operatore mi ha risposto sconsolato: “ancora? Un’altra rissa?”… Ma di giorno, mi creda, non è diverso. Mancano le regole. Gente che attraversa col rosso, bici in contromano, un caos totale e nessuno che interviene».
Davide Pinoli