romatoday.it Sindacati e automobilisti [tassisti] si ritroveranno sotto la sede dell’Agcm per protestare contro la segnalazione inviata dall’autorità ad inizio novembre.
Prima era il Comune di Roma. Poi c’è stato Uber. Non sono state risparmiate critiche al dl Asset, ai sostituti alla guida e all’aeroporto di Fiumicino. Questa volta, invece, tocca all’Antitrust. Martedì 28 novembre i tassisti di Roma e non solo si ritroveranno, a partire dalle 11, sotto la sede dell’Agcm in piazza Verdi per protestare contro la segnalazione, avvenuta lo scorso 3 novembre, nella quale l’autorità diceva, in estrema sintesi, che nelle città di Milano, Napoli e Roma ci sono pochi taxi e che servirebbero, quindi, nuove licenze.
La protesta
I tassisti contestano praticamente tutta la segnalazione dell’Agcm, sostenendo che quanto scritto si basi su dati distorti o inesatti. A sostenerlo, in particolare, è il sindacato Usb Taxi che, di recente, ha chiesto un incontro con l’Antitrust. Quest’ultima, secondo i rappresentanti delle auto bianche, avrebbe sbagliato nello scegliere la fonte dalla quale ricavare quei dati che, alla fine, hanno portato a dire che a Roma servono più licenze.
Come si legge nel documento dell’Agcom, nei mesi di luglio e agosto 2023, l’autorità “ha inviato richieste di dati e informazioni ai Comuni di Roma, Milano e Napoli nonché alle principali società di radiotaxi e alle principali piattaforme di intermediazione delle corse taxi, (Mytaxi e Uber) attive in questi Comuni, al fine di valutare lo stato del servizio di trasporto pubblico non di linea mediante taxi”. Una sorta di “affronto” per i tassisti perché, come scrive il sindacato Usb, “chiedere alle piattaforme se gli bastano i taxi che spremono è veramente come chiedere all’oste se il vino che vende è buono e a un prezzo congruo. Il confronto deve essere correttamente rivolto alle organizzazioni Sindacali, che tutelano i tassisti e non a soggetti economicamente coinvolti”. Ricordiamo, a tal proposito, che la cooperativa RadioTaxi 3570 si appoggia, ormai da luglio 2022, alla piattaforma Uber proprio per la prenotazione delle corse.
Richiesta inevase
C’era poi il tema delle richieste inevase, ovvero le corse che non state prese in carico dai taxi. L’Agcm, sulla base delle risposte ottenute da Radiotaxi 3570, Pronto Taxi 6645, Samarcanda, Mytaxi e Uber, ha evidenziato come la percentuale di “richieste inevase, che tra gennaio e febbraio era intorno al 14- 15%, a giugno e luglio è salita a circa il 45%”. Per l’Usb non si può parlare di corse inevase. “È evidente – scrive il sindacato – che se un cittadino chiama un primo, un secondo e magari un terzo radiotaxi prima di avere assegnato un taxi, statisticamente risulteranno 2 corse inevase ma in realtà invece la richiesta è stata soddisfatta”. Tra l’altro, aggiungono, “spesso il centralino di quei radiotaxi che in Italia supportano e collaborano con la multinazionale Uber sembra quasi che non vogliono rispondere, come a voler instradare le richieste verso altri canali, magari in virtù di un accordo (che nessuno conosce) e che potrebbe penalizzarli se non arrivano a determinati numeri”.
Altre criticità
Per l’Agcom un problema è anche legata alla turnazione che presenta una “rigidità più o meno marcata, suscettibile di incidere sulla qualità del servizio”. L’autorità chiede quindi un’implementazione del taxi sharing, turni flessibili e un monitoraggio da parte degli organi stabiliti dalle amministrazioni comunali “sull’adeguatezza dell’offerta del servizio taxi e sull’effettiva prestazione del servizio stesso adottando adeguati meccanismi di controllo”. Tutti punti contestati dai tassisti e dai sindacati che, per questo, andranno direttamente sotto la sede dell’Agcm per manifestare il loro disappunto.
Nuove licenze
Nel corso del suo secondo rapporto alla città all’Auditorium Parco della Musica, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha detto che la Capitale rilascerà 1000 nuove licenze più altre 500 stagionali. Con il dl Asset, tra l’altro, le procedure per il rilascio dovrebbero essere più rapide rispetto al passato anche se lo stesso Comune di Roma, a tal proposito, non ne è pienamente convinto.
Per i sindacati di categoria, la questione del numero delle licenze non è questo la criticità più importante. “Il problema principe – si legge in un comunicato congiunto di Usb Taxi, FAST Confsal Taxi, ORSA Taxi, Tam, Satam, Unione Artigiani, Claai e Acai Taxi – è rappresentato dalla mancata stesura dei decreti legge n12/209 utili a arginare l’abusivismo e l’utilizzo improprio del servizio Ncc e soprattutto arrestare i danni prodotti al settore taxi dalle multinazionali”