Bombe carta e tensioni, Roma nel caos per i taxi. E la categoria si spacca

ilmessaggero.it Fumogeni e bombe carta, cori (con “coloriti” insulti inclusi) contro Uber, traffico impazzito in tutto il centro di Roma: lo sciopero dei taxi, introvabili in tutta la città, ha bloccato mezza città. Con piccola coda politica: il segretario dei Radicali italiani, Matteo Hallissey, che si presenta in mezzo ai manifestanti indossando una maglietta con la scritta “fermiamo la lobby! liberalizziamo!” e finisce per essere preso a spintoni e tratto d’impaccio dalla polizia.

LA PROTESTA
A Roma sono arrivati tassisti da tutta Italia. Nutritissime le delegazioni di Napoli e Torino, fra i più agguerriti. Tanto che le strade intorno a piazza San Silvestro, luogo scelto per la manifestazione fra la 11 e le 17, sono letteralmente state invase da auto bianche dalla Campania e dal Piemonte.

La richiesta dei taxi al Governo è quella di fermare l’avanzata di Uber: «no concorrenza del servizio pubblico. Quando tutto sarà privato saremo privati di tutto. Stop multinazionali». E, ancora: «Ministero del made in Italy=Usa. No al caporalato digitale. Vietati i decreti uberativi». Centinaia di tassisti si sono riversati in piazza San Silvestro, poche decine di metri da Palazzo Chigi e dalla Camera dei Deputati. Più che nutrito il numero di poliziotti, finanzieri e carabinieri in tenuta antisommossa.

Ma, a parte l’incidente con i radicali italiani, l’”esuberanza” dei tassisti si concentra in decine di fumogeni accesi e altrettante bombe carta sparate nella piazza. Tanto che sembrava di essere a Capodanno, magliette a maniche corte a parte.

Alla base della protesta, c’è la concorrenza con le auto a noleggio, soprattutto quelle che si prenotano con Uber. Ma anche l’aumento delle licenze che in molte città, a partire da Roma ma anche a Firenze o Milano, è stato deciso dalle amministrazioni comunali. L’adesione allo sciopero è arrivata dalle principali organizzazioni sindacali della categoria: Unica Cgil, Fast, Ugl, Uti, Tam, Claai unione artigiani, Satam, Orsa, Uritaxi, Atlt, Ati Taxi, Sitan Atn, Usb Taxi, Unimpresa, Federtaxi Cisal.

«L’adesione allo sciopero nazionale dei taxi è pressoché totale in tutta Italia. È praticamente impossibile trovare un taxi», hanno esultato i sindacati.

DIVISIONI
Dall’altro lato, però, non tutti i taxi hanno scioperato. Dice Loreno Bittarelli, presidente Uri-Unione radiotaxi italiani e Radiotaxi 3570 Roma: «Ho visto le foto e i video della manifestazione dei taxi in atto a Piazza S. Silvestro a Roma, oltre ad aver ascoltato alcuni slogan offensivi nei confronti della mia persona, ma l’adesione alla protesta sembra sia molto scarsa: se togliamo i poliziotti in borghese della Digos, i giornalisti presenti e qualche curioso passante e considerando che solo a Roma gli autisti dei taxi, con le doppie guide, sono più di 8.000 e che partecipano anche le delegazioni di altre città d’Italia, non si può dire che la manifestazione sia riuscita. Sono riusciti invece i disagi ai cittadini, perché moltissimi tassisti hanno preferito rimanere a casa per paura di ritorsioni, ma non hanno partecipato alla protesta perché ormai hanno capito che questi sindacati non fanno il bene della categoria, ma così facendo la portano allo sbando».

BUS DEVIATI
Prima conseguenza del lungo sit-in dei tassisti è la chiusura delle strade del centro – via del Corso, via del Tritone e largo Chigi. Atac è stata costretta, quindi, a deviare tutte le linee bus che transitano per il centro, fino alle 17.30 quando, a manifestazione terminata, è ripresa la circolazione del trasporto pubblico locale.

Seconda conseguenza: posteggi taxi vuoti in tutta Roma, app e chiamate che cadono nel vuoto. E, ovviamente, lunghissime file ovunque. A rendere ancor più pesante il quadro della mobilità per i romani (e i turisti) anche la pioggia caduta nelle prime ore della mattina.