Senta, chiede scusa? «No». Si dichiara pentito? «No». Ma non prova almeno un po’ di vergogna? «E perché?». Si professa innocente. Anzi: vittima. «Sono vittima di una faida. O di un complotto». Ordito da chi? «Da soggetti di opposta fazione politica. Forse da altri sindacati». Di quale sigla? «Eh, non lo so. Non ho prove». Antonio De Candia, 52 anni, dice tre cose. Che fa il tassista da una vita, e sempre nel turno di giorno; che dal 2007 è sindacalista dell’Ugl, e dunque è schierato a destra; terzo e ultimo, il presunto autore materiale De Candia dice che con quel volantino non c’entra niente.
Il volantino, rinvenuto nella bacheca (un semplice pannello all’aperto, non protetto da vetri, accessibile da chiunque) del nutrito e strategico parcheggio dei taxi dell’aeroporto di Linate, riportava minacce di morte per l’assessore regionale Raffaele Cattaneo. Il quale, per colpa e magari per mano di «lavoratori esasperati», potrebbe avere la, testuale, «stessa sorte del compianto Marco Biagi», il giuslavorista ammazzato dalle Brigate Rosse nel 2002. De Candia, per il suo sindacato, è delegato e dirigente provinciale nel settore Trasporti. L’Ugl, martedì, quando s’è diffusa la notizia, gli ha revocato l’incarico con effetto immediato. Aveva partecipato, De Candia, al tavolo tecnico in Regione. Con le altre sigle sindacali e come controparte proprio Cattaneo. Tema, la proposta di adeguamento di alcune tariffe dei taxi. Il tavolo tecnico, per la cronaca, si aggiorna stamane.
L’assessore, che ieri ha ringraziato per la solidarietà bipartisan giunta da svariati ambiti, parla di un clima «avvelenato» e invita alla calma, al rispetto e al dialogo costruttivo. «Mi hanno detto che il signore in questione è stato sospeso. Ora, ho in ogni modo chiesto all’Ugl di inviare ugualmente un rappresentante». Riproviamoci: De Candia, per quale motivo quel volantino? «Le ripeto», dice lui, «io non c’entro. Mi hanno messo in mezzo». La sua difesa è grosso modo questa qui: «Il volantino è un semplice foglio, anche lei può comporlo al computer, con riportato un testo e un’intestazione Ugl. Non ci sono timbri, non ci sono firme. Non c’è la mia firma, giusto? No, non c’è. In verità, nei giorni scorsi, dopo l’ultima riunione con Cattaneo, avevo girato un’email agli iscritti che commentava lo stato del confronto. L’email era poi diventata un volantino». Nell’email, sempre che sia quella inviataci e che abbiamo potuto leggere, c’è una civile discordanza coi provvedimenti allo studio in Regione. Cioè un aumento dei pedaggi per la categoria dei taxi per le corse da e verso Linate e Malpensa.
A Milano sono 5mila le licenze rilasciate dal Comune per il servizio taxi. Fra queste 5mila quante ne controllate? «Abbiamo trecento iscritti». Pochini. Non sarà, il farneticante volantino, un mezzuccio per farsi pubblicità? Per invertire la tendenza? De Candia, almeno fin quando tiene acceso il cellulare in una giornata a suo giudizio assai convulsa («Vado di corsa, debbo portare pure la macchina in officina») dice e dice ancora che l’hanno incastrato. In passato ha scritto in Comune contro gli abusivi di taxi e vetture Ncc (Nucleo con conducente) che preferiscono un luogo. Il più redditizio: l’aeroporto Forlanini, il parcheggio di Linate.
fonte: milano.corriere.it Andrea Galli 21/04/2011
Io voglio solo credere al collega De Candia, che per quanto odiato( e a me stesso inviso)per la battuta gastronomica su ostriche e filetto, mi sembra, per quel pochissimo che lo conosco, una persona per bene, magari un pò stressata dal suo lavoro in piazza e per il sindacato, che comunque testimonia il suo costante impegno. se così non fosse, rabbrividisco a sentirmi parte di un gruppo di potenziali assassini, oltre a portare x sempre rispetto a una persona come Marco Biagi, assassinato barbaramente per un malinteso senso di giustizia proletaria, che stava contribuendo con il suo lavoro a proteggere, non a sminuire i lavoratori vittime dello sfruttamento in nero. Antonio, se sei in buona fede come penso e spero, è il momento di dimostrarlo…