Nell’ articolo di un quotidiano romano di qualche giorno fa, si esprimeva il dissenso per l’apertura delle preferenziali ai ciclomotori, che a Roma si stima siano almeno seicentomila. A Milano si ravvisa la stessa necessità di deviare i motoveicoli sulla viabilità ordinaria, soprattutto per motivi di sicurezza, ma nondimeno per rendere più fluente il traffico dei mezzi pubblici. A Milano molto probabilmente non sarà uno studio legale a fare leva sul Comune, forse nemmeno le organizzazioni sindacali decideranno in tempi brevi di sensibilizzare l’assessorato sulla questione, a meno che due poveracci – investito e investitore – non creino il precedente per una “espiazione rapida e rigorosa”
«Caos totale». È partita con un cattivo auspicio la sperimentazione di tre corsie preferenziali – dopo il dietro front su viale Marconi, che non ha avuto il nulla osta dei vigili urbani – aperte da ieri mattina alle due ruote. A fare la profezia sono stati tassisti e conducenti dell’Atac, il partito degli scontenti. Quello che alla sperimentazione avrebbe preferito corsie preferenziali più grandi. O parcheggi. O un piano per tappare le buche. Per sanare una volta per tutte le strade groviera che fanno saltare i cerchioni e scassano le sospensioni. Responsabili anche di tante cadute degli scooteristi. «Proprio quelli che oggi – spiegavano sarcasticamente ieri mattina tassinari e autisti di bus – salutano l’apertura delle preferenziali come una manna dal cielo». E che, spiegano, «causeranno incidenti», «rallenteranno le corse rendendo più salato il prezzo di una corsa all’utente, che arriverà più tardi alla meta». Il popolo delle due ruote, 600 mila tra moto e scooter, il 25% del parco circolante, invece è felice, anche se ancora poco informato. Per tre mesi, da ieri, avranno libero accesso nelle corsie preferenziali a via di Torre Argentina, lungotevere Sangallo e via delle Terme di Caracalla, il tratto finale della Colombo. C’era pure viale Marconi. Ma dopo il parere contrario dei vigili urbani ieri sera si è saputo che è stata depennata. Al taglio del nastro, ieri mattina a Largo Argentina il vicesindaco Mauro Cutrufo, centauro provetto a bordo di una Vespa bianca e in giacca di pelle Harley Davidson, e l’assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma. Nelle corsie sono stati posizionati i nuovi cartelli di divieto d’accesso con i simboli d’eccezione per autobus e ciclomotori. Pochi scooter e moto, però, si sono avventurati nella corsia davanti il Teatro Argentina: i romani ancora scettici devono abituarsi alla novità. Critici gli autisti del trasporto pubblico capitolino. «Una pessima idea – ha commentato uno di loro – il trasporto pubblico al 99% sarà rallentato. Già le corsie sono affollate di macchine delle forze dell’ordine, della municipale e taxi. Così si rischia di non farle essere più tanto scorrevoli». Qualcuno borbotta e minaccia. «Se un motorino si ferma improvvisamente davanti io non freno. Perché se poi qualche passeggero cade e si fa male chi se la prende la responsabilità?». I tassisti rincarano la dose. «Già oggi è un casino figuriamo ora che gli danno carta bianca. Così andremo più lenti – ha commentato uno di loro – a danno sia nostro che dei nostri clienti, che pagheranno di più. Per non parlare poi dell’aumento del rischio incidenti». «Avrebbero dovute allargarle le corsie preferenziali». E poi ci sono troppe disparità «Se noi torniamo a casa a fine turno sul nostro taxi sulla preferenziale ci fanno la multa». Ce n’è anche per Max Giusti. «È un grande comico – dicono – ma perché non si è fatto una risata invece di mettersi a fare il testimonial di questa gag?»
Fonte: Il Tempo – G.M.Coletti – 04/5/2011