I cinque referendum per Milano-Expo, Verde, Navigli, Traffico, Risparmio energetico costituiscono la domanda/stimolo/sfida più forte che i milanesi fanno a se stessi e all’amministrazione, proponendo uno sguardo metropolitano da Grande Milano.
Gli esperti incaricati dall’allora sindaco Moratti, di fare uno studio approfondito sugli effetti dell’introduzione dell’Ecopass, nel 2008, avevano già consegnato i risultati lo scorso dicembre. Ora sono stati resi interamente pubblici. In sintesi: l’introduzione dell’Ecopass ha reso più fluida la circolazione in gran parte del centro, ha modificato le direttrici di traffico, ha ridotto del 15% l’inquinamento atmosferico. Resta un pesante carico di auto nella Cerchia dei Bastioni, nell’area dei Navigli, Porta Volta, Porta Romana, Cantore e Papiniano. L’assessore all’Ambiente, Pierfrancesco Maran, ha detto che studierà il dossier per elaborare una proposta da presentare al sindaco Pisapia. Dovrà anche fare i conti con la volontà dei milanesi espressa con i referendum cittadini, di estensione del ticket unico per tutti fino alla circonvallazione della 90/91 e con l’estensione delle isole pedonali, l’aumento del servizio pubblico di trasporto, delle piste ciclabili.
È evidente che la relazione tra le funzioni presenti in Milano e la loro localizzazione determinano un movimento di persone e di merci che occorre disciplinare in relazione alle effettive possibilità di carico delle strade cittadine e dei polmoni dei milanesi. Per questo è importante uno sguardo di insieme su una realtà metropolitana che vede le tariffe del metro aumentare dopo Famagosta verso Assago, dopo Molino Dorino verso Rho, dopo Sesto Marelli verso Sesto FS e così via nei confronti di tutte le località della prima cintura metropolitana servite dalla metro. È un problema di tariffe e di aumento del servizio pubblico, per questo la "congestion charge" proposta dal referendum può essere, ad un tempo, uno strumento di dissuasione del trasporto privato e di finanziamento di quello pubblico. Trasporto pubblico che sarebbe immediatamente favorito dalla aumentata scorrevolezza e da un cadenzamento aumentato.
Se guardiamo alla riduzione della congestione del traffico milanese e dell’inquinamento dell’aria attraverso gli occhi degli altri referendum, vediamo che l’idea di una Grande Milano fondata sulla sostenibilità e sulla qualità ambientale si presenta con una omogeneità chiara, che richiede delle scelte amministrative coerenti, così come delle modificazioni dei consumi e dei costumi da parte dei milanesi. Proporre di ripristinare la Darsena come porto d’acqua di Milano e di riaprire tutto ciò che sarà (urbanisticamente ed economicamente) possibile della Milano Città d’Acqua, mentre oggi paga lo scotto della irresponsabilità speculativa che fa esondare il Seveso invece di regimare le acque. Proporre di aumentare in modo considerevole ed efficacie l’alberatura presente in città (una significativa alberatura riduce la temperatura d’estate, insieme all’inquinamento). Proporre che le aree interessate dall’Expo qualifichino coerentemente il verde agricolo del Parco Sud invece di essere consegnate alla speculazione fondiaria ed immobiliare. Proporre scelte di efficacia ed efficienza energetica responsabilizzando i condomini con ristrutturazioni finalizzate alla coibentazione e con la diffusione sistematica del fotovoltaico. Tutto ciò significa qualità: qualità ambientale, sociale, qualità nell’innovazione, ciò che viene definito come Green Economy.
Bene, l’amministrazione ed il Consiglio comunale devono dare la risposta alle indicazioni uscite dai quesiti entro i primi di ottobre e, laddove ritenute non rispondenti agli indirizzi espressi dai cittadini, il comitato promotore dei referendum MilanoSI’muove potrà ricorrere. È una questione importante, non si è trattato di un sondaggio, ora il comitato referendario viene ad assumere un ruolo di interlocuzione istituzionale ben definito. Per questo ha deciso di istruire cinque seminari di approfondimento per contribuire al meglio alla definizione delle soluzioni più fattibili e coerenti. Sarà importante che l’amministrazione ed il Consiglio diano corpo e spazio a questa interlocuzione, che costituisce una concretizzazione di una politica pubblica partecipata da parte dei cittadini, ciò che è stato il segno più forte ed evidente delle due "sberle" amministrative e referendum.
fonte: affaritaliani.libero.it 28/06/2011