Confartigianato (CNA) adesso dicci da che parte stai

3. Liberalizzazioni e privatizzazioni. Occorre un grande piano di privatizzazioni e liberalizzazioni da avviare subito.
Affrontare con decisione i temi essenziali della regolazione e dell’apertura dei mercati.
Intervenire nell’immediato su alcune delle situazioni critiche segnalate dall’Antitrust e procedere alla liberalizzazione delle professioni.
Avviare la dismissione e la valorizzazione del patrimonio pubblico, con un piano articolato negli anni.
Incentivare gli enti locali a dismettere patrimoni immobiliari e società di servizi consentendo loro di utilizzarne i proventi per spese d’investimento superando gli attuali vincoli del Patto di Stabilità.

Scarica l’originale del  documento in .pdf dal sito www.confartigianato.it


Crisi – Malavasi. "E’ arrivato il momento di accelerare"

"Dopo l’incontro di ieri con le parti sociali e l’audizione in Parlamento del Ministro Tremonti, è arrivato il momento di accelerare. Gli interventi per contrastare la crisi economica devono diventare azioni concrete al più presto. Il Governo ha tutti gli strumenti per decidere e per agire". Lo ha affermato Ivan Malavasi, Presidente di Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti).

fonte: cna.it 11/08/2011

7 commenti

  1. A parte questa robaccia mi pare surreale che ci siano 30.000 pirla che non sanno ancora di che morte devono morire! Io proporrei di non pagare più l’ inps…

  2. hai ragione,ho ascoltato adesso la conferenza stampa e sacconi non ha detto praticamente niente.
    ma quello che mi fa piu’ rabbia e’,che ci sono i due terzi dei colleghi a cui la cosa sembra non interessare….e…questo da’ l’idea di chi siamo

  3. ritengo opporuno evidenziare due aspetti:
    1-il documento dice testualmente:”…..Intervenire nell’immediato su alcune delle situazioni critiche segnalate dall’Antitrust e procedere alla liberalizzazione delle professioni…….”. Mai come in questo caso vale il detto: chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Suggerisco sia il caso di riflettere su quello che è successo dal 27 febbraio 2009 ad oggi e ragionare conseguentemente in maniera responsabile e realistica:
    – su alcuni istituti della legge 21/92,
    -su come sono stati applicati, nelle varie regioni in questi 20 anni.
    – in quali modi estendere, ove possibile, le migliori esperienze di governo e gestione del rapporto con il settore ncc e controllo condiviso degli organici favorendo l’integrazione e la complementarietà reciproca con le altre forme di traporto presenti nelle regioni. Questo con l’intento di rafforzare il concetto di servizio pubblico del servizio taxi e conseguentemente rendere interessante per gli stakeholder di riferimento, che il settore sia opportunamente regolamentato.
    2- il documento non è firmato solo da confartigianato ma da ben 16 orgnizzazioni rappresentate ed accreditate al CNEL, organo riconsciuto dalla costituzione. Le 16 organizzazioni sono:
    ABI (banche)
    CONFCOOPERATIVE
    LEGA DELLE COOPERATIVE
    AGCI
    ANIA
    CGIL
    CIA
    CISL
    CLAAI
    COLDIRETTI
    CONFAGRICOLTURA
    CONFAPI
    CONFINDUSTRIA
    CONFCOMMERCIO
    CONFARTIGIANATO
    CNA
    CASARTIGIANI
    CONFESERCENTI
    UGL
    UIL
    Segnalo la estrema trasversalità dei firmatari uniti sul tema liberalizzzioni.
    Il problema quindi non è da che parte sta confartigianato, che sul punto ha una coerenza che data da lungo tempo, sorprende invece, oggi, la presenza di cgil e ugl assieme a confindustria e banche. Questo aspetto dovrebbe invece farci rifleterre sulla gravità della situazione e sulle sfide totali che ci attendono nei prossimi giorni che vanno ben oltre il nostro settore. Sulla base di questa coscienza dobbiamo orientare la nostra azione per avere una minima capacità di essere credibili e sufficientemente propositivi da uscire dal vespaio generato dall’art 29-1 quater del milleproghe 2008.
    Suggerisco una attenta lettura dei testi sull’argomento lieralizzazioni per evitare inutli distinguo che non portano da nessuna parte.
    Alessandro

  4. Ma è con riferimento all’attività amministrativa svolta dagli enti territoriali che nasce la nozione di “Servizio
    Pubblico Locale”.
    La più esaustiva e chiara definizione di tale concetto la ritroviamo senz’altro nel Tuel del 2000, che
    all’articolo 112 indica che sono appunto gli Enti Locali a provvedere alla gestione di quei servizi pubblici che
    “abbiano per oggetto produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo
    sviluppo economico e civile delle comunità locali”. Nel 2001, poi, la giurisprudenza del Consiglio di Stato ha
    puntualizzato1 che per “servizio pubblico” debba intendersi “qualsiasi attività che si concretizzi nella
    produzione di beni o servizi in funzione di una utilità per la comunità locale, non solo in termini economici
    ma anche in termini di promozione sociale, purché risponda ad esigenze di utilità generale o ad essa
    destinata in quanto preordinata a soddisfare interessi collettivi2”. Segue poi la pronuncia del 2003 in cui si
    chiosa che rientra nella nozione di servizio
    pubblico locale “qualsiasi attività che si concreta nella produzione di beni e servizi in funzione di
    un’utilità per la Comunità locale non solo in termini economici ma anche ai fini di promozione
    sociale”3.
    Dottrina e giurisprudenza considerano ormai superata la precedente dicotomia che vedeva
    contrapporsi i servizi pubblici “a rilevanza industriale” a quelli c.d. “privi di rilevanza industriale”
    (Finanziaria 2002) ed oggi l’unico significativo distinguo in essere è quello tra servizi pubblici “di
    rilevanza economica” ovvero “privi di rilevanza economica”.
    Tale distinzione fu introdotta dalla riformulazione degli articoli 113 e 113‐bis del TUEL, operata
    dalla Legge Finanziaria del 2004, che riformò significativamente la materia, informandola ai principi
    comunitari.
    1 Sentenza del Consiglio….. vi sembra che il nostro servizio rientri in questi settori???

  5. ho trovato sul sito governo italiano questo ” Sono esclusi, però, dalla nuova disciplina l`acqua e i servizi idrici, cosa che fa ritenere al Governo e al ministro delle Regioni, Raffaele Fitto, padre anche della nuova riforma, come della vecchia, che le norme siano legittime e possano superare senza problemi il vaglio del Quirinale. Esclusi anche i settori dell`energia, del gas, delle ferrovie e delle farmacie. Restano, in sostanza, trasporti su gomma, rifiuti, illumnazione.” SECONDO VOI COSA VUOL DIRE CHE CI SIAMO DENTRO?

  6. Ma io vedevo che eravamo mosci oggi dovevamo essere gia fermi e pretendere una ruspaste ma a quanto pare

  7. Non dico di scioperare ma in un punto preciso tipo p duomo o stazioni le si chiedevano spiegazioni se la risposta era positiva saluti e baci e ce ne andavamo sereni se era negativa le si diceva Bon ci vediamo a settembre o no

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